Nord e Sud - anno XIX - n. 149 - maggio 1972

Vittorio Barbati ad impegnarsi militarmente, con l'aviazione e la marina, contro i nordvietnamiti ed i vietcong, ed hanno continuato a strizzare l'occhio ai russi. Dopo avere mandato una missione di funzionari a preparare il suo viaggio, e dopo aver mandato Kissinger a Mosca a sondare il terreno, Nixon ha dichiarato di non essere disposto ad accettare una sconfitta militare del Sud Vietnam, aggiungendo che se gli Stati Uniti pern1ettessero una cosa del genere perderebbero ogni credibilità in campo internazionale. Il discorso è stato fatto chiaramente sia ad uso interno che ad uso esterno; ed è stato seguito dal blocco navale al Vietnam del Nord e da cordiali colloqui con il ministro sovietico del commercio estero. L'offensiva nordvietnamita ha rappresentato il primo vero e severo banco di prova della diplomazia « tripolare » inagurata da Nixon con il suo « riavvicinamento » alla Cina. Finora, a parte le manifestazioni esteriori d'obbligo, la diplomazia « tripolare » ha resistito. Gli americani hanno fatto di tutto per « isolare » la questione vietnamita; i russi hanno fatto di tutto per evitare eccessive complicazioni nei loro rapporti con gli americani; i cinesi, dopo aver espresso più di una volta la loro « solidarietà » al Nord Vietnan1, sono rimasti a guardare. La verità è che adesso la patata bollente indocinese scotta a tutti e tre. In questo momento, per gli Stati Uniti e per l'Unione Sovietica, la cosa più importante è uscire dal vicolo cieco dell'equilibrio di potenza; per la Cina, quello che conta e n1antenere il margine di manovra riacquistato con la nuova « tripolarità », insieme all'equilibrio militare con l'URSS che tale « tripolarità » può contribuire a garantirle. D'altra parte, i tre giganti sembrano aver fretta di sistemare le loro faccende. La politica di potenza alla quale tutti e tre sono costretti è una politica estremamente logorante. C'è il rischio che essa cominci a pesare troppo proprio mentre altri grandi interlocutori sembrano profilarsi sulla scena mondiale: il Giappone e l'Europa. Oggi, con i loro arsenali poderosi, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica superano largamente, sul piano della potenza militare e quindi del peso politico, tutti gli altri paesi del mondo; e la Cina si è inserita nel loro equilibrio, per sfruttarlo a suo vantaggio. Però, tutti e tre sanno che, a lungo andare, questo sforzo diverrà insostenibile. Il giorno in cui i loro siste1ni economici non reggeranno allo sforzo, essi potranno perdere molte posizioni. Nello stesso tempo, tutti e tre sanno molto bene che, se riuscissero ad impostare su nuove basi i loro rapporti economici, non 26

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