Nord e Sud - anno XIX - n. 149 - maggio 1972

Il costo dell' equilibrio di Vittorio Barbati Dopo essere andato a Pechino in febbraio, Nixon si è recato a Mosca. in questi giorni, confermando con i fatti che, anche nel quadro della nuova diplomazia tripolare da lui stesso inaugurata, egli considera i sovietici come i suoi principali interlocutori. Per il Presidente americano, la nuova coesistenza con la Cina di Mao può rappresentare una carta di un certo peso nelle trattative con l'URSS. Per quanto sfumata possa essere, la posizione assunta dalla Cina può modificare, a favore di Washington, l'equilibrio asiatico. E quindi indirettamente, facilitando l'alleggerimento dell'impegno americano, può contribuire a modificare l'equilibrio di potenza mondiale. Né, probabilmente, la contromossa sovietica, fondata sull'accentuazione dei legami fra l'URSS e l'India, è in grado di bilanciare del tutto lo spostamento derivante dal nuovo atteggiamento cinese. Tuttavia, proprio queste mosse e contron1osse dimostrano che le due « superpotenze » - o « megapotenze », come le definiscono alcuni ai quali, forse giustamente, il primo terinine appare inadeguato - agiscono sempre in funzione dell'equilibrio globale che, nello stesso tempo, le oppone e le accomuna. Un equilibrio che non è soltanto complesso, ma è anche estremamente precario. I fattori che lo determinano sono numerosi, e parecchi di essi tendono a sfuggire al controllo delle due superpotenze; questo, con ogni probabilità, è uno dei motivi di fondo del « vertice » russo-americano di questi giorni. I due giganti, divisi dal loro contrasto ideologico e di potenza ed accomunati dalla necessità di evitare attriti troppo forti e rischi troppo gravi, si trovano di fronte a svolte decisive. E vo]enti o nolenti, devono cominciare a mettere le carte in tavola. Russi ed americani hanno già dovuto sperimentare le pesanti conseguenze negative dell'equilibrio di potenza. In primo luogo, hanno dovuto constatare che esso non. conferisce loro nessuna libertà d'azione. Anzi, si può dire che li paralizza, sia sul piano politico che sul piano economico: sul piano politico, costringen23

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