Renato Ghiotto fondere le questioni di tecnica con le idee, la ricerca espressiva con la politica. Una deforn1azione critica, suggerita da schemi antichi e mai abbandonati, ha inclinato i comunisti a una speciale simpatia verso quei movimenti innovatori che si presentassero come movimenti di gruppo, forniti più di manifesti che di opere. La diffidenza, lo scherno, il rifiuto sono stati riservati agli scrittori solitari, che non si vergognavano di esprimere la loro sofferenza, di manifestare quella malattia dell'anima che è toccata in sorte all'uomo di oggi, quando ha visto spezzata la trama che ci univa, da sempre, a tutte le spiegazioni totali dell'universo. Il lavoro di questi scrittori è stato condannato come un soliloquio fatuo o pessimista, le loro interrogazioni senza risposta sono state derise, quali vuote squisitezze psicologiche o colpevoli esibizionismi; poiché essi sono uornini veramente contemporanei, tormentati da un'idea della conoscenza che il passato non ha mai posseduto, sono stati fatti passare per spiriti vecchi, sono stati descritti come eroi romantici, che chiudono gli occhi sull'ingiustizia economica per occuparsi di mali immaginari chiedendone conto alle stelle. Non ci si può stupire che una sinistra, legata al n1ito di un'immanenza che si sviluppa secondo un piano necessario e favorevole, fiuti l'eresia in coloro che non possono credere nell'uomo quale protagonista di un progetto universale; la condanna con cui i comunisti colpiscono tali ostinati libertini sanziona l'irreparabilità del loro peccato, simile a quello che la chiesa çattolica definisce « disperazione della salvezza ». Sono, questi uo1nini, i diversi, gli alieni, coloro che bisogna odiare, perché non sono fuggiti di fronte all'unica, autentica novità culturale del nostro seco]o, e con questa scelta si sono allontanati sia da coloro che affidano le loro sorti a una sconosciuta trascendenza sia da quelli che, co1ne i comunisti, hanno ereditato un'ideologia animistica sotto forma di dottrina filosofica. Sono gli uomini ai quali non si può imporre una fede o una speranza che si fondi sulla scoperta di leggi storiche, di fronte alle quali non ci sia altra alternativa che obbedire o scomparire. La loro posizione è, per definizione, sacrilega, poiché tutte le religioni, anche quelle politiche, prendono significato da un'assunzion·e di valori assoluti, mentre oggi ci siamo decisi finalmente a ricordarci che noi stessi abbiamo inventato dei sistemi di valori, che ci permettessero di sopravvivere come animali sociali. Questi uomini sono costretti a concludere che il futuro del so12
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