Nord e Sud - anno XIX - n. 149 - maggio 1972

La pesca in Ca,npania ed infine salparla dopo un certo tempo, variabile da quattro a dodici ore. Le trappole mobili vengono calate in mare per ogni singola operazione di pesca e risalpate dopo breve sosta; tipiche sono le « lancelle » e le « nasse». Con il nome di « !ancelle» il pescatore napoletano intende un orciuolo di argilla cotta non patinata, provvista di due manici. La pesca con le lancelle si eserci,ta in estate in vicinanza degli scogli e viene esercitata da una categoria di pescatori chiamati « cuttiaturi ». Le !ancelle si mettono in mare a 3-5 metri di profondità, legate ad una corda chiamata « funiciello ». La distanza tra una !ancella e l'altra è di un metro e mezzo, pari ad un « pa·sso ». Con le !ancelle si pesca lungo tutta la costa da Mergellina a Marechiaro. A poca distanza dagli scogli si pescano polpi del peso da 100 a 300 gr. Il pescatore solleva le !ancelle con l'alta marea, perché è solo allora che i polipi si nascondono mentre di notte escono dalle loro tane in cerca di cibo. Le « nasse » sono delle can1pane di giunchi, anch'esse legate tra loro col « funiciello »; la distanza tra una nassa e l'altra è di quattro « passi », pari a sei metri. Dopo aver introdotto nella nassa l'esca, si aggiungono delle pietre per mantenere la nassa in posizione orizzontale sul fondo. Con le nasse si pesca ad una distanza dalla costa che va dai 100 ai 500 metri; la profondità varia da 3 a 25 metri. f) Il problema dello sfruttamento intensivo delle risorse e i correttivi della vigente legislazione. - La sproporzione che esiste oggigiorno tra l'elevato numero degli addetti alla pesca e Je limitate risorse del nostro mare, provoca uno sfruttamento intensivo ed irrazionale di quest'ultimo e rappresenta uno dei più seri problemi che oggi si pongono alla pesca nei mari italiani. Molte ·specie ittiche si riproducono in acque costiere poco profonde, trascorrendovi un periodo che va fino al così detto stadio giovanile. Poiché si utilizzano reti a maglie strette, ne deriva un depauperamento delle risorse ittiche; difatti questo tipo di rete non consente una selezione e cattura anche i pesci più piccoli e non ancora maturi, pesci che non si portano al mercato per non incorrere nelle sanzioni, ma che tuttavia fuori mercato si vendono. Ancora: il continuo dragaggio del fondo del mare praticato dalle reti a strascico turba la tranquillità dell'ambiente fisico e sovverte le. migrazioni delle specie, ai fini della riproduzione. Le reti a strascico vengono impiegate largamente lungo le nostre coste, a profondità variabile e su fondali di diversa natura. Mentre assicurano un abbondante prodotto, provocano un rapido e forte depauperamento dell'e specie ittiche, depaupera,mento ormai avvertito ·da molti pescatori. Essi riconoscono 119

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