Nord e Sud - anno XIX - n. 149 - maggio 1972

Renato Ghiotto società già evoluta, come la nostra, soggetta a un nervoso movimento di trasformazione; ed è la causa del ritardo culturale per cui il comunismo coltiva la propria mitologia sotto il ·nome di scienza. È certo difficile liberarsi dal fascino di una teoria che pretende di dare un'interpretazione completa della storia, ricavando da leggi immutabili, ritenute valide quanto le leggi della scienza fisica, il filo finalmente visibile che sgroviglia il passato e prospetta una finalità al futuro, una finalità iinmanente e felice. Il materialismo dialettico solleva questa intuizione, assoggettando alle stesse leggi la storia e l'universo e rivelando la spiegazione totale di cui lo spirito umano avverte l'esigenza: il sistema si chiude, scientifico ed esaustivo, già religioso nel1a sua presunzione di dare risposta a tutte le domande. Chi intenda contribuire alla liberazione dell'uomo senza condividere un'idea filosofica, che è una favolosa ontogenia come tutte le altre, si esclude automaticamente dalla comunità dei credenti nel marxismo-leninismo, e quindi dalla forza politica di sinistra più grande e più massicciamente militante. Ma come si può chiedere un voto della fede a chi non crede? Se per noi materialismo storico e materialismo dialettico non sono che una delle tante forme con cui l'uomo ha cercato di placare la sua angoscia esistenziale, non potremo non avvertire il vuoto di cultura che toglie autorità alla sinistra e ci allontana da un movimento che rivendica come attuali le condizioni del passato, che ci chiede l'adesione a un sistema, l'accettazione di un'autorità filosofica, offrendo _in compenso le consolazioni che ogni religione promette a una testa spaventata. Poiché la difficoltà è insuperabile, c'è chi compone il dissidio con una specie di accettazione condizionata, attribuendo al comunismo Haliano la capacità di rivedere, un giorno o l'altro, e di modificare i suoi dogmi; e c'è chi abbraccia il con1unismo cercando e, a quanto sembra, trovando in esso un sollievo di natura religiosa. Nella lettera con cui chiede di essere riammesso nella chiesa del suo partito, Romano Bilenchi dice: « Se un uomo vuole arrecare un contributo anche minimo al progresso del proprio paese, non può farlo che attraverso il partito con1unista, discutendo ogni que~tione prima che altrove nell'ambito del partito, confrontando le proprie idee con quelle della classe operaia e dei suoi esponenti. Rimanendo al di fuori, comprendo, e non da ora, che ogni pensiero si mutila, quasi si annulla. Si diventa delle vere e proprie anime morte». 10

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