La pesca in Campania lire al chilo e quando c'è scarsità anche a 3.000; i polpi e seppie dalle 800 a 1.500 lire il chilo ». Abbiamo quindi un primo dato: t·ra il prezzo medio pagato al produttore e quello di vendita al dettaglio, il pesce moltiplica per tre il suo valore. « La legge della domanda e dell'offerta domina in questo campo» continua De Martino. « Le quantità che offriamo dipendono dalla stagione, dal tempo buono o cattivo. Se il pesce è scarso, i compratori si contendono le ,partite e il prezzo del pesce cresce, mentre precipita addirittura quando il pescato è tanto abbondante da superare la richiesta. Come si vede, noi produttori abbiamo ben scarsa influenza nella determinazione del prezzo ». È una pesca povera, quella praticata sulle coste della Campania, scarsamente produttiva e ad alti costi. Se un dato può es.sere utile a testimoniare della scarsità del prodotto ittico campano, è questo: i 230 pescatori di Mergellina riescono in media a portare a terra su per giù una tonnellata di pesce al giorno. « Sette, otto anni fa » - racconta uno dei più anziani pescatori di Mergellina - « in Campania i pescatori erano 8000, oggi sono scesi a circa 6000, compresi quelli che operano nelle acque interne e quasi tutti riuniti in cooperative. I giovani cambiano •Strada perché è un mestiere rischioso, poco remunerativo e •dopo quaranta anni di mare ci danno una pensione di 25.000 lire. Quello che noi chiediamo in primo luogo è un intervento pubblico in difesa della piccola pesca per rinnovare le attrezzature. Occorre anche una stretta sorveglianza per impedire la pesca con mezzi distruttivi. Quella praticata con sostanze tossiche, per esempio, rende deserti per due anni i fondali. È anche diffuso l'uso di esplosivo, che per ogni 50 chili di pesce raccolto ne lascia uccisi sul fondo due quintali, compresi i piccoli e le uCYVa.Bisognerebbe poi far rispettare la legge che proibisce la pesca con reti a maglie strette, a zanzariera, come ·s,i dice, perché catturano anche i pesci piccolissimi. Sarebbe necessario impedire che i pescherecci accostino a meno di tre rniglia dalla costa, perché con le loro reti a strascico raschiano ogni giorno vasti fondali eliminando i pascoli costieri dove H pesce va a riprodursi ». Si capisce allora perché il pesce è scarso, già alla fonte, e i costi sono alti. È una situazione che rende largamente dipendente Napoli dal-· l'esterno; e se continua così, lo sarà ancora di più nei prossimi anni. Di fronte alle 4.000 Hre della sogliola fresca ci sono le 1.200 lire di quella atlantica congelata: ecco perché crescono le importazioni sia di fresco che di congelato. Furono 3.866.484 dollari nel '68 per l'intera provincia, sono salite a 6.989.130 dollari nell'anno 1970. 115
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