Nord e Sud - anno XIX - n. 149 - maggio 1972

La pesca in Campania entità è stata invece la contrazione dei quantitativi di alici, sarde e sgombri pescati ( -1,5% ). La dinamica involutiva ha interessato essenzialmente la pesca dei molluschi, la cui produzione è diminuita del 27,8%. Altrettanto si può dire per i crostacei, i cui quantitativi sbarcati sul litorale campano si sono ridotti del 6,7% rispetto all'anno precedente. Considerando l'andamento della produzione ittica della regione attraverso i dati ufficiali relativi ai primi sette mesi del 1970, si nota nel complesso un lieve aumento nel totale dei pesci pescati ( + 1,6%) rispetto al corrispondente periodo del 1969, un sensibile incremento nel totale dei molluschi ( + 22,7%) ed un lieve decremento nel complesso dei crostacei (+ 1,3% ). L'aumento quantitativo del pescato in Campania in tale periodo va attribuito soprattutto alla provincia di Napoli (che peraltro pesa per il 72,2% nella produzione totale regionale), ed alla provincia di Caserta, anche se la produzione resa è mirrim.a. In provincia di Salerno, invece, la produzione ittica del periodo considerato risulta minore di quella ottenuta nello stesso periodo dell'anno precedente. Praticamente la massima parte del pescato della Campania è costituito da alici, sarde e sgombri (66,5% sul totale). Il quantitativo di tonni pescato è assolutamente irrilevante (0,3% ). La pesca dei molluschi, come si è detto, nei primi sette ·mesi del 1970 ha dato un risultato più favorevole che non nello stesso periodo dell'anno precedente; nel totale regionale si sono avuti 5837 quintali contro 4759 con una differenza in piu, in cifre assolute, di 1.098 quintali (esclusivamente dovuti alla maggiore produzione verificatasi a Napoli: nelle altre due provincie si è avuta una diminuzione da q.li 109 a q.li 83 a Caserta e da q.li 1.245 a q.li 1.169 a Salerno). Lo stesso può presso a poco ripetersi per ciò che conserne la pesca dei crostacei, che però nel complesso regionale ha accusato una leggera flessione; questa è da addebitarsi soltanto al minor pescato ottenuto a Salerno (q.li 515 contro 643), essendosi avuto un aumento nei quantitativi di Caserta da q.li 7 a q.li 13 e di Napoli da q.li 1.200 a q.li 1218. Nel quadro economico della Campania la pesca rappresenta una componente estremamente esigua; circa 4.735 milioni (per il 1969 a prezzi correnti) mentre il complesso del reddito ammonta a 2.791.597 milioni di lire. Ciò non toglie che anche l'attività peschereccia meriti rilievo e assistenza; essa va sostenuta e sviluppata soprattutto in quei comuni e in quei tratti di coste nei quali rappresenta una notevole fonte d'occupazione e· di reddito e dà luogo a numerose attività connesse e dipendenti. A tal fine, ad opera della Camera di Commercio di Napoli, 113

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