Nord e Sud - anno XIX - n. 149 - maggio 1972

Maria Morra varia ed interessantissin1a sotto il profilo scientifico indusse il Dohrn a fondare proprio a Napoli il famoso Aquariun1. Ma anche se la pesca non costituisce una delle attività prevalenti nel quadro dell'economia della Campania, pur tuttavia i suoi problemi si riflettono su un nun1ero ragguardevole di persone, pescatori e marittimi in1barcati sui motopescherecci; quasi tutti con una numerosa famiglia a carico. Pertanto la soluzione di questi problemi è un'esigenza sociale da non sottovalutare. Esaminiamo ora la situazione peschereccia della Campania con particolare riguardo alla conformazione fisica delle sue coste. Queste presentano tre golfi che intaccano profondamente il corpo della penisola: Gaeta, Napoli, Salerno. Lo sviluppo costiero della regione, dalla foce del Garigliano a nord, fino a Sapri a sud, è pari a Km. 382. Ma se vi si aggiungono i Km. 78 di sviluppo costiero insulare (Procida, Vivara, Ischia e Capri), si ottiene un totale di Km. 460, che corrisponde al 6,2% dell'intero perimetro litoraneo peninsulare e insulare italiano. I centri pescherecci della Campania sono circa 38. La maggior parte (il 36,8%) compete alla sezione del golfo di Napoli, il 34,2% a quella sorrentino-salernitana, e il 26,3% alla sezione da Agropoli a Sapri. I natanti sono iscritti in quattro compartirmenti marittimi: Napoli, Torre del Greco, Castellammare di Stabia e Salerno. Nel compartimento di Napoli, che si estende da Mondragone a Croce del Lagno e comprende le isole del golfo, la pesca ha caratteristiche differenti a seconda delle caratteristiche de'lle zone in cui viene praticata. Tali zone sono così suddivise: 1) Zona del porto ed imrnediate v1c1nanze, 1n cui il fondo è meln1oso e le acque sono torbide e grasse. 2) Zona costiera alta e rocciosa, nel tratto che si spinge ad occidente, piena di insenature ed anfratti e ricca di alghe, il cui fondo scende rapidamente a grandi profondità. 3) Zona costiera verso levante, meno aspra e che diviene, man mano, bassa e sabbiosa. Il fondo è sabbioso ma molto inclinato, per cui si raggiungono notevoli profondità a distanze anche limitate dalla costa. 4) Zona delle isole, con coste in prevalenza alte e rocciose, lambite da correnti a temperatura mite. Nella prima zona, le caratteristiche ambientali pern1ettono l'acclimatarsi di alcune specie ittiche, quali i cefali. Nella seconda e nella terza non esiste una vera e propria differenziazione in quanto a prodotti della pesca; la diversità è data dal fatto che la pesca viene praticata o meno 110

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