Una dichiarazione di fallimento di Girolamo Cotroneo Vi è sempre un momento nella vita di un uomo in cui si sente il bisogno di tirare le somme, di fare il riepilogo di quanto si è vissuto, di tracciare un bilancio della propria esperienza. Di solito è un n1omento negativo; il desiderio di affidare alle carte i propri stati d'animo, infatti, e tipico di autori inclinati al pessimismo (si pensi ai più celebri diaristi dell'età moderna: a Kierkegaard, ad esempio, o a Kafka); e anche per chi non sarebbe affatto portato a questo genere di letteratura intimistica, i momenti in cui maggiormente si sente l'esigenza di manifestare i propri sentimenti, di confessarsi pubblicamente in tutta sincerità, sono i momenti di amarezza o di delusione, i momenti in cui tutto ciò su cui si è fatto sicuro affidamento, cio per cui si e lottato e sofferto, sembra definitivamente tramontare. Quando poi a fare dichiarazioni di sfiducia, a tracciare un bilancio catastrofico, a giungere a conclusioni amarissime, è un intellettuale di prestigio, impegnato nella cultura e nella vita civile del proprio tempo, allora la confessione va ben al di là della persona di lui, per coinvolgere tutta una generazione di intellettuali che, alla distanza, si sarebbe rivelata del tutto inadeguata ai propri compiti, che si sarebbe dimostrata incapace di guidare la cultura (e, di conseguenza, la politica) di un paese lungo una via di sviluppo e di progresso civile e morale. C'è in tutto questo, però, una certa dose di presunzione: in tale modo, infatti, l'insoddisfazione personale (anche se spesso del tutto legittima) per la maniera in cui si sono svolte le vicende politicoculturali di un paese in un p~rticolare momento della sua storia, viene addebitata a tutta una generazione, che sarebbe stata incapace di cogliere certi fermenti e di indirizzarli lungo una strada sicura. Come si diceva, è un procedimento discutibile: perché, chi lamenta un fallimento culturale, partè dal presupposto che le ragioni di questo fallimento siano dovute al fatto che una generazione di intellettuali non avrebbe risposto compatta al richiamo di una ideologia la quale, ove invece fosse stata portata avanti, avrebbe evitato ogni delusione e superato ogni scompenso successi7
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