Nord e Sud - anno XIX - n. 148 - aprile 1972

' Manlio Di Lalla mica v1s1one della lotta politica, di attivizzazione per.manente. Lo slancio creativo, lungi dall'essere una conquistata misura dello spirito, era per questi iconoclasti della « Voce » stimolo naturalistico di sempre nuove battaglie politiche. Era su queste posizioni che dovevano maturare i dissensi tra i « politici » della « Voce » e Benedetto Croce, cioè sul diverso modo di articolare la concezione dell'uomo come rischio e possibilità assoluta che, ripetiamo, nella sua ampiezza, era condivisa sia dall'uno che dagli altri. Vi era un altro punto sul quale era ancora più evidente il contrasto. La concezione dinamica degli iconocìasti fiorentini, quel loro voler rinnovare il mondo dalle fondamenta, li portava a una posizione di totale o parziale rottura nei confronti del passato. Il processo al Postrisorgimento coinvolgeva, in un modo o nell'altro, il nostro moto unitario. Viceversa Benedetto Croce, pur volendo rinnovare dalle fondamenta il costume di un'epoca, si richiamava a quella Destra storica che, per lui, costituiva il retaggio più illustre del nostro passato, in gran parte da considerare come monito per il presente. L'articolato storicismo del Croce, con il richiamo commosso e, in parte, con il rimpianto per il passato, era su posizioni di insanabile contrasto con lo spirito di rottura che animava gli scapigliati pragmatisti fiorentini. Possiamo con questo sottoscrivere le affern1azioni di Carocci, che Benedetto Croce, pur legato al polo della logica, fu maestro di irrazionalismo per tali scolari? Saremmo meno apodittici a ·tale riguardo. In realtà, quell'irrazionale che i pensatori negli anni 90 cercarono in tutti i modi di esorcizzare, come ha scritto ancora Stuart Hughes 30 , con Croce ovviamente alla testa, costituì il pensiero fisso anche degli iconoclasti fiorentini. Lo psicologismo intimista, quel ricercare e quel violentare gli stati d'animo di tutte le latitudini, cos'era se non un tentativo di imbrigliare l'irrazionale dopo averlo a lungo provocato? Senonché essi finirono per essere impaniati nel loro stesso e astuto gioco dialettico, e oscillarono tra il. tentativo concretista di voler razionalizzare tutta la 30 STUART HuGHES, in un rilievo cnt1co molto acuto che riguarda la generazione degli anni 90, e che investe lo stesso Croce, a proposito dei loro rapporti con l'irrazionale ha sostenuto: « Senza dubbio gli intellettuali più innovatori degli anni novanta furono profondamente attratti dal problema della motivazione irrazionale del~a condotta umana. Erano ossessionati, intossicati quasi, dalla riscoperta dell'irrazionale, del barbarico, dell'inesplicabile. Ma chiamarli ' irrazionalisti ' ingenera una pericolosa ambiguità, perché sembra indicare una tolleranza, o magari una preferenza, per i regni dell'inconscio. Era vero invece proprio il contrario. I pensatori degli anni novanta si interessavano all'irrazionale solo per esorcizzarlo; sottoponendolo all'indagine, ·cercavano i modi di addomesticarlo, di indirizzarlo ad un fine umanamente costruttivo». Coscienza e società, cit., pag. 42. 86

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