Manlio Di Lalla glie che i suoi interlocutori e i suoi avversari continuassero a domandarsi del perché della malattia morale, e la discussione sulla tesi crociana del fascismo come bubbone da estirpare continua ancor oggi, perché investe tutta la trama di un lungo discorso storico. Ha scritto Federico Chabod 8 : « la domanda che urge è: 'come mai il fascismo dopo l'Italia liberale, in progresso, lumeggiata dal Croce? Come mai l'improv, viso crollare di quella che nella rievocazione crociana era parsa una costruzione modernissima? ' ». Ci si è posti così il terzo e fondan1entale problerna: quello di risalire alle responsabilità di Croce nella circolazione della fluida temperie spirituale anteriore al 1915. Dal mon1ento che le prese di posizione politiche di Croce furono successive, e che solo in un secondo momento, con l'infuriare della tempesta, egli divenne un liberale e un antifascista per convinzione, la chiave del discorso sul successivo Croce politico, sul ricercatore commosso della storia come storia della libertà, e sul critico del fascismo come malattia morale, era contenuta senz'altro nel periodo anteriore al 1915. Croce e il primo quindicennio del secolo. - Poiché gli antifascisti in particolar modo, e i fascisti in misura minore, si sono disputati l'eredità di Croce, analizziamo quelle giunture del suo pensiero che hanno dato luogo alle successive polemiche politiche. Quali autori, anzitutto, hanno jnfluito sulla fonnazione del giovane Croce? Sono stati questi, autori liberali o, co1nunque, assimilabili a una matrice liberale, oppure 1 come ha scritto Bobbio, i padri spirituali del Croce non hanno avuto nulla a che fare con il liberalismo? La questione può essere di qualche importanza proprio ai fini dei rapporti di Croce con i1lsuccessivo fascismo e antifascismo. Se infatti i suoi maestri furono dei liberali per attitudine speculativa o per vocazione, può essere più facilmente dimostrata l'affinità spirituale del pensatore con l'antifascismo «borghese». Nel caso in cui essi non avessero avuto nulla a che fare con il liberalisn10, né in via diretta né in via indiretta, l'interpretazione sul Croce teorico della politica, considerata come forza, potrebbe accreditare in qualche modo il prefascismo dello studioso napoletano. Quali furono quindi i suoi maestri? Per orientarci lasciamo parlare il Croce stesso, il Croce della maturità. Nel Contributo, come ha scritto Garin 9 , il pensatore « configura un atteggian1ento composito e singolare >;. « La mia condizione mentale di idealista desanctisiano in estetica, 8 Croce storico, « Rivista storica italiana», 1952, pag. 516. 9 Questo frammento del Contributo è citato da Eugenio Garin come testo particolarmente indicativo. Cfr. Cronache dì filosofia, cit., pag. 191. 72
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