Manlio Di Lalla Napoli, preferiva il clima spirituale della Germania, e apprendeva dai futuri maestri dei dittatori il senso di quella che avrebbe dovuto essere la dimensione speculativa della libertà. Questa analisi è indicativa di una particolare angolazione. Bobbio si è proposto di dimostrare che i fermenti antidemocratici del primo Croce non erano dovuti soltanto alla sua indole, ma a una precisa attitudine teoretica. Solo che, a differenza di Caiumi 3, Bobbio non ha mai pensato di sostenere che Croce sia stato un precursore del fascismo. Quindi tutto il senso della sua ricerca è volto a definire il recupero, da parte di Croce, del mondo dei valori che lo portasse a motivare dialetticamente l'ideale liberale. Giampiero Carocci 4, a sua volta, ha scritto che Croce fu maestro di irrazionalismo, pur avendo sempre avuto, come suo supremo polo, quello della logica. In lui l'antiposi.tivismo finì per coinvolgere nello scacco anche la parte migliore del suo pensiero, e cioè gli ancoraggi Hluministi. Abbiamo parlato di Bobbio e di Carocci, ma molti altri studiosi potremmo ricordare, che hanno messo sotto accusa l'antipositivismo del Croce, e che hanno anche quasi sempre condannato le sue posizioni politiche. Vi sono poi coloro che, come ha scritto Garin, ci hanno tramandato la dimensione speculativa di un Croce filopositivista. Basti pensare a Federico Sciacca che, nel sottolineare il metodologo dei fatti, finiva per sottolineare una certa metodologia crociana i cui confini sfumavano con quella positivistica 5 ; per Sciacca, al contrario di Bobbio, i maestri di Croce furono gli illuministi inglesi. E positivismo e illuminismo che, secondo alcuni studiosi, avrebbero finito per estenuare la posizione speculativa di Croce in un etereo spiritualismo, essendo stati dal pensatore coinvolti nello scacco, per Sciacca invece furono i poli d'orientamento di un Croce tutto esauritosi nello studio dell'esperienza umana. Anche un collaboratore così prezioso come Giovanni Castellano, si3 Nessuno studioso più di A. CAIUMI ha sostenuto l'ascendenza spirituale del Croce rispetto al fascismo. Dello scritto del Caiumi, Benedetto Croce precursore del fascismo, « Occidente», 4, 1955, sottolineeremo alcune implicazioni. 4 Ha scritto GIAMPIEROCAROCCI: « Croce, che cercava e trovava ~na più profonda razionalità, fu maestro di irrazionalismo. La rivalutazione da lui fatta dell'importanza della forza degenerò presso i travisatori nell'esaltazione della forza fine a se stessa». Cultura e ideologia antigiolittiana, pag. 112, in Giolitti e l'età giotittiana, Einaudi, Torino, 1961. 5 Ha sottolineato a sua volta FEDERICOSCIACCA: « Il pensiero del Croce reagisce al positivismo, ma ne è influenzato. Più che lo Hegel - potrebbe sembrare un paradosso ma non lo è - hanno influito su di lui Marx, Hume e l'empirismo inglese». La filosofia, oggi, vol. I, Lo storicismo empiristico di Benedetto Croce, pag. 98, Marzorati, Milano, 1963. 70
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