I centri antichi della Campania nanziamento straordinario di infrastrutture e ristrutturazioni edilizie) venga subordinata e resa una contropartita per quei comuni che vorranno accogliere una seria politica urbanistico-culturale, ossia per quelli che avranno adottato dei buoni piani regolatori e paesistici per i loro centri antichi e relativi ambiti visuali. Una volta redatti gli elenchi regionali dei « centri vitali » e dei « centri antichi » ci si troverà di fronte a due possibili situazioni: quella dei centri a coscienza urbanistica matura e quella dei centri a coscienza urbanistica immatura. Nei primi, l'adozione del regime di norme attive e passive di « centro antico » potrebbe avvenire per autodecisione, attra~ verso un meccanismo del tipo di quello dei comparti edilizi. Nei secondi, evidentemente no; in questi rimane aperta la sola, spiacevole e meno efficace, via dell'imposizione dall'alto. Pur non ignorando il peso delle pressioni fondiario-edilizie attorno ai piccoli centri, è nostra opinione che le popolazioni di questi centri siano spesso sostanzialmente consenzienti ad una politica del genere e che questa possa trovare particolare risonanza nella collaborazione dei gruppi di cultura locali che guardano con interesse alle prospettive turistiche e con ambizione alla possibilità di ridare al loro paese quella dignità - non solo estetica - che vicende recenti gli hanno fatto pe~dere. Se si riuscisse dunque (con una spesa, di cui sarebbe interessante tentare l'analisi, ma di certo assai inferiore) a riqualificare i centri antichi campani in modo da portarli ad un livello pari a quello urbano come condizione di vita ed a collegarli ai centri di grado superiore nel modo più efficiente, si sarebbe dato vita ad un sistema: a) che supererebbe gli inconvenienti della congestione urbana e consentirebbe il ritorno a quel contatto sia fisico che psichico con la natura di cui l'uomo di ci,ttà sente crescentemente il bisogno; b) la cui •efficienza di esercizio (calcolata in termini di costo monetario e di costo in perdita di tempo) sarebbe senza dubbio superiore a quella delle comuni zone residenziali di massa. Per i motivi suddetti, in un « ?iano per i centri antichi » potrebbe agevolmente affiancarsi l'obiettivo culturale, quello ecologico e quello di efficienza economica, al fine di realizzare un sistema di insediamenti superiore a quello che ci propone l'agglomerarsi di informi quartieri · residenziali attorno ai maggiori centri urbani. Se viceversa il perdurare della mancanza di una politfca appropriata, votasse a distruzione questo patrimonio nello spazio di uno o due decenni - in parte per proprio decadimento fisico ed in parte perché non è ovviamente pensab_ile una sopravvivenza di pochi fabbricati abi67
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