Nord e Sud - anno XIX - n. 148 - aprile 1972

I centri antichi della Campania igienici moderni e di eventuale ridimensionamento delle unità abitative all'interno delle « insulae », mediante fusione di quelle troppo piccole, o viceversa suddivisione di quelle troppo grandi, non si realizzeranno se non vi sarà congruità economica fra costi di ristrutturazione e benefici attesi da essa. È in questo squilibrio che risiede infatti la causa principale del progressivo decadimento del patrimonio edilizio antico, squilibrio non derivante da vera antieconomicità di quei sistemi urbanistico-edilizi, ma dalle tante immunità, fra cui particolarm,ente quelle fiscali, di cui gode, in particolare, la nuova edilizia popolare. L'opinione comune secondo la quale riattare una casa vecchia costa di più che costruirne una nuova, è vera, ma è vera soltanto perché la politica edilizia è orientata secondo determinati criteri e non si preoccupa dell'inutile andare in rovina di una apprezzabile parte di questo capitale fisso sociale. Una cospicua parte della nuova edilizia, sia essa sovvenzionata direttamente che sostenuta dalle provvidenze a favore delle cooperative, sia essa a fini anche solo parzialmente agricoli, che realizzata attraverso leggi sui danni sismici, è almeno in parte a carico della collettività. Fra l'altro, incentivi ed esenzioni vanno ad alimentare prevalentemente quella edilizia che nelle sue risultanze sociali si colloca a livello più basso, ossia le grandi unità popolari e condominiali, senza distinguere dove sia, o non, opportuno localizzare queste nuove attrezzature nella regione. Uno dei maggiori ostacoli alla ristrutturazione della edilizia antica proviene dunque dalla indifferenza della politica urbanistico-edilizia verso le scelte di localizzazione e le prospettive di decentramento; in assenza di incentivi territorialmente selettivi è dunque inevitabile che le informi agglomerazioni circumurbane seguitino a proliferare e che l'approvazione di buoni piani regolatori urti in mille ostacoli. Essenziale dunque - per invertire certe tendenze - è che all'edilizia antica venga conferita una redditività economica non dissimile da quella moderna il che - senza costosi ·adempimenti burocratici o progettistici - potrebbe essere realizzato attraverso sussidi « tipo » per ogni unità di superficie portante sostituita e per ogni complesso di servizi . installato. Al vantaggio di poter recuperare un gran numero di vani - altrimenti condannati - ad un costo 1nolto inferiore a quello di ricostruzione, una polìtica di ristrutturazione e di restauro affiancherebbe quello di utilizzare in detti lav<?ri di natura prevalentemente artigiana, molte 65

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