Nord e Sud - anno XIX - n. 148 - aprile 1972

Editoriale nostro paese; ed oggi i risultati del populismo e del sinistrismo, delle imperdonabili indulgenze cui la sinistra (anche quella democratica, talvolta) si è prestata nei confronti dell'estremismo, dal 1968 in poi, sono stati, come scrivevamo nell'editoriale di marzo, quelli « di dare prima ossigeno, e poi vigore, al fenomeno neofascista ». Vi sono oggi due grossi problemi di continuità su cui richiamare, in uno stretto legame di interdipendenza, l'attenzione del paese in questa vigilia elettorale, che, giova ripeterlo, deve essere l'occasione di un civile confronto di idee e di programmi e non di polemiche tendenziose o addirittura di scontri sanguinosi. Questi problemi sono: la continuità - e saremmo tentati di dire la sopravvivenza - della legalità repubblicana e la continuità - e potrernmo dire la ripresa - del ritmo di sviluppo del nostro sistema econo1nico. Per quanto riguarda la legalità repubblicana, si tratta di ristabilire l'autorità dello Stato democratico e di tutti i suoi organi di tutela e di difesa, dalla Magistratura alle forze armate, così da restituire ai cittadini il senso della lealtà costituzionale, della lealtà costituzionale senza riserve. Per quanto riguarda la ripresa economica, si tratta di meditare alcuni dati (aumento del reddito nazionale di pochissimo superiore all'l %, crisi dell'occupazione, cronico indebitamento di tutte le strutture pubbliche), che si erano finora voluti ignorare, con atteggiamento fatalistico e ad un ternpo dernagogico, e che avevano procurato a chi, come i repubblicani, aveva sollevato delle riserve, la stupida accusa di essere degli inguaribili pessimisti o delle fastidiose Cassandre (come se, pe1 salvare Troia, non sarebbe stato necessario ascoltare Cassandra ...). A determinare prima, e ad aggravare poi, la crisi economica, hanno concorso vari fattori concornitanti: il prolungamento strisciante di dure controversie sindacali, l'aun1.ento dei costi derivato dai nuovi contratti collettivi, l'aumento dei tassi di interesse cui si è fatto ricorso nell'intento di frenare le fughe di capitali nel 1969 e nei primi mesi del 1970, la crescita del fabbisogno di cassa del Tesoro per far fronte alle disse-- state con.dizioni degli enti locali e degli enti previdenziali, ed infine il deterioramento della situazione congiunturale nei maggiori paesi industriali, accompagnato da un aggravamento delle questioni monetarie sul piano internazionale. Ma a rendere inevitabile la crisi e ad aggravarne le conseguenze, soprattutto sul piano dell'occupazione, ha certamente concorso, per la sua parte, il ritardo con il quale il governo (e i suoi consiglieri economici), le forze politiche e sindacali hanno valutato ciascuno di questi fattori. L'indifferenza per i problemi congiunturali è andata di pari passo con il velleitaris1no nei confronti dei problemi strutturali di sviluppo economico, civile, sociale del paese. 4

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==