Nord e Sud - anno XIX - n. 148 - aprile 1972

Angerio Filangieri Tempi anche superiori a quelli prevedibili per i movimenti pendolari fra medi e piccoli centri sono ormai nell'uso, per. superare i quotidiani emboli della circolazione all'interno delle città. D'altra parte, autostrade e superstrade sono ormai in grado di rompere - ove non lo hanno già fatto - l'isolamento di gran parte delle valli interne, inserendole ad una distanza-tempo di una o al massimo due ore dalle città o dai poli primari di industrializzazione disposti lungo la fascia costiera. Non è più, quindi, difficile ricercare lungo queste direttrici di comunicazione - siano esse esistenti o potenziali - dei punti focali tali che in essi possa raggiungersi quella disponibilità di forze di lavoro, in gran parte pendolari con i comuni circostanti, sufficiente per assicurare ad un nucleo industriale la dimensione tecnico-economica minima. Gli elementi di base necessari per concretizzare su queste linee un piano di ristrutturazione, sono dunque da ricercare: - nella misurazione del contributo occupazionale che una agricoltura razionalizzata potrà seguitare ad offrire alle singole popolazioni locali; - nell'individuazione dei rami di attività extra-agricole suscettibili di venir trapiantate in condizioni di concorrenzialità lungo le direttrici interne, o come unità produttive autonome o quali linee di semilavorazione, collegate a gruppi industriali esterni; - nella valutazione del « grado di vitalità» dei centri abitati sulla base di indici economici ed urbanistici, valutazione dalla quale deve emergere quali di essi siano reintegrabili nel sistema e quali di essi (per motivi di isolamento, di quota, di esposizione, di dissesto ecc.) viceversa non lo siano; - nella definizione dei perimetri delle zone integrate in modi tali da minimizzare la somma delle distanze, fra punto focale ed abitati satelliti, che dovranno essere superate con n1ovimenti pendolari. Il tramite per cui la nuova struttura potrebbe realizzarsi, è la riconversione della vecchia rete stradale che spesso inseriva gli abitati « in serie» in una rete tendenzialmente centripeta, avente origine nei menzionati punti focali. Il sistema territoriale risultante da questi interventi sarebbe un sistema che definimn10 «lacunare», nel quale fra le aree attive determinate dalle sedi abitate, dalle oasi di buona agricoltura, dai nuclei industriali e dalle loro congiungenti stradali, rimarrebbero delle aree inerti o quasi, rappresentate dalle interposte superfici montane. In esso la « funzione residenziale » rimarrebbe separata da quella « produttiva » 1 rimanendo la prima nei vecchi abitati e concentrandosi la seconda in 54

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==