Vittorio Barbati liferi; la prima contempla la riapertura del Canale di Suez, l'altra il perdurare della sua chiusura. La chiusura del Canale di Suez ha provocato.sensibili mutamenti nei traffici e nei rapporti di scambio legati al petrolio. Da un lato, ha accelerato la messa in servizio di gigantesche superpetroliere, che si riforniscono soprattutto nel Golfo Persico e compiono poi, quando sono dirette in Europa, il periplo dell'Africa; da un altro lato, ha imposto ai paesi europei di rivolgere maggiore attenzione alle importazioni di petrolio dalla Libia e dall'Algeria, accrescendo così il potere contrattuale di questi due paesi. La comparsa della flotta sovietica nell'Oceano Indiano ha introdotto, in questo quadro, un nuovo elemento di notevole rilevanza. Allo stato attuale, le unità navali sovietiche - o provenienti dall'Estremo Oriente, o provenienti dal Mar Nero e dal Mediterraneo, o ancora provenienti dal Baltico o dall'Artico - devono fare un lungo giro per giungere in tale area. Una volta giunte, però, sfruttando sia l'ottima organizzazione logistica che la Marina sovietica ha creato, sia eventuali basi messe a disposizione da paesi amici (non è da escludere che il trattato sottoscritto l'anno scorso fra l'URSS e l'India contempli qualche clausola di questo genere), esse possono intercettare il traffico delle petroliere che partono dal Golfo Persico per l'Europa o per il Giappone. Né l'eventuale riapertura del Canale di Suez modificherebbe sostanzialmente questa minaccia. Le unità sovietiche operanti nell'Oceano Indiano potrebbero sempre interçettare le petroliere provenienti dal Golfo Persico, anche se tali petroliere, invece di fare il periplo dell'Africa, seguissero la rotta del Mare Arabico, del Mar Rosso e del Canale di Suez. La riapertura di quest'ultimo, semmai, semplificherebbe proprio i problemi operativi e logistici della Marina sovietica (a parte la minaccia che su di esso potrebbe essere esercitata dall'aviazione israeliana ed anche dai velivoli delle nazioni occidentali basati su portaerei). Comunque, la riapertura del Canale di Suez è per ora solo un'ipotesi; se ci si arriverà, avrà molta importanza il modo in cui il Canale sarà riaperto: se sarà allargato 22 , le superpetroliere dirette verso l'Europa potranno attraversarlo; in caso contrario, difficilmente esso 22 Qualche anno fa, la Compagnia egiziana per il Canale di Suez ha ordinato in Olanda una grossa draga (che avrebbe dovuto essere consegnata verso la fine del 1971) per l'ampliamento del Canale, al fine dì renderlo idoneo al transito delle superpetroliere. 48
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