Argomenti (o minacciare, in caso di crisi), con mezzi missilistici strategici basati su unità navali e con velivoli basati su portaerei, l'Europa orientale e vaste zone occidentali dell'Unione Sovietica. Per la strategia sovietica, il Mediterraneo ha importanza tanto come zona di transito verso l'Atlantico e, in caso di riapertura del Canale di Suez, verso il Mar Rosso, il Mare Arabico e l'Oceano Indiano (e si comprende bene, se si considerano gli atti più recenti della politica asiatica dell'URSS, l'importanza di quest'ultima ipotesi), quanto come branca meridionale dell'immenso sistema strategico - aereo, terrestre, navale e -missilistico 20 - che ha il suo fulcro avanzato nella Cecoslovacchia e le sue ali nelle flotte del Baltico e dello stesso Mediterraneo. Il problema che sorge a questo punto, e che ci riguarda direttamente, è quello di una possibile dissociazione, da parte di una delle due superpotenze, tra gli obiettivi che attualmente esse perseguono congiuntamente: quelli nazionali e quelli dei blocchi che capeggiano. Questa ipotesi sembra da scartare per l'URSS, che anzi appare intenzionata a rinsaldare il suo blocco anche con la maniera forte, ma non può essere esclusa del tutto per gli Stati Uniti. Oggi, con la presenza della Sesta Flotta americana nel Mediterraneo e con la neutralizzazione reciproca degli arsenali nucleari degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica, l'equilibrio militare convenzionale nel Mediterraneo è garantito. E forse questo equilibrio sopravviverebbe, almeno per qualche tempo, anche se gli Stati Uniti decidessero di limitare il loro impegno al mantenimento del « deterrente » della NATO, lasciando ai loro alleati il compito di proteggere le vie di comunicazione del Mediterraneo stesso. La consistenza delle Marine occidentali minori è ancora sufficiente per contrastare abbastanza validamente la flotta sovietica, anche se la Marina degli Stati Uniti si limitasse ad assicurare loro soltanto il suo sostegno strategico nucleare. Inoltre, in caso di contrasto (sempre di contrasto convenzionale, ovviamente), la libertà di movimento della Marina sovietica risulterebbe notevolmente limitata dal fatto che gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli, che le sue navi devono necessariamente attraversare per entrare nel Mediterraneo dal Mar Nero, sono in mano alla Turchia, paese membro della NATO, mentre lo stret~o 20 Secondo informazioni attendibili, circa 700 missili sovietici di media portata sono attualmente puntati sull'Europa occidentale. La loro minaccia è equilibrata da quella delle testate atomiche americane presenti in Europa e nei mari intorno all'Europa, ma non potrebbe certo e:,sere bilanciata dai piccoli « deterrenti» della Gran Bretagna e della Francia. 45
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