Nord e Sud - anno XIX - n. 148 - aprile 1972

Vittorio Barbati Per quanto riguarda i due deterrenti navali e la possibilità della loro fusione, bisogna notare che i sottomarini nucleari delle due Marine, pur essendo simili nelle loro impos.tazioni concettuali, presentano molte differenze tecniche - si tratta di progetti diversi - e sono armati con missili differenti, dotati di teste nucleari pure differenti. Questo fattore non consente un coordinamento operativo totale, e creerebbe anche complicazioni logistiche se le unità dei due tipi dovessero operare dalle stesse basi. Anche le impostazioni degli altri tipi di unità, e questo vale per tutte e tre le Marine, appaiono ispirate a criteri dissimili. Ciò è giustificato in parte dai compiti particolari che ogni Marina deve assolvere e dalle strutture produttive su cui ciascuna di esse fa affidamento, ma è anche dovuto a fattori di altro genere - politici, economici e di prestigio - che, alla luce della mutata situazione strategica derivata dall'ascesa dell'URSS al ruolo di grande potenza navale, dovrebbero essere sottoposti ad un rigoroso riesame critico. Ci siamo soffermati su varie questioni di ordine militare, ed in particolare di ordine marittimo, perché sono questioni che hanno una notevole importanza politica. Le flotte hanno sempre rappresentato - ed oggi, all'ombra dell'equilibrio nucleare, tale loro funzione appare addirittura esaltata - degli strumenti di presenza e di pressione politica. Appare dunque chiaro che, proprio nel Mediterraneo, si sta giocando una partita la cui posta supera largamente, per la sua importanza, gli interessi dei paesi rivieraschi. La posta in gioco è costituita da due ordini di obiettivi: quelli relativi alla possibilità di influire sulla situazione dell'Europa continentale, e quindi sull'equilibrio di cui l'Europa continentale costituisce uno dei fulcri più importanti; e quelli concernenti il controllo - politico, economico e strategico - dell'area medio-orientale. Questi due ordini di obiettivi hanno la massima importanza sia per i due blocchi che si fronteggiano in questo scacchiere e nel mondo intero, sia per le due superpotenze (in quanto tali ed in quanto detentrici della leadership dei blocchi), sia per le potenze minori prese singolarmente, sia, infine, per i gruppi formati dalle stesse potenze minori, che, in un modo o nell'altro, hanno a che fare con il Mediterraneo. Ai fini della strategia americana, il Mediterraneo rappresenta una via di comunicazione vitale, legata soprattutto alle rotte atlantiche, per il sostegno dello schieramento meridionale della NATO, ed un'area operativa fondamentale, dalla quale è possibile colpire 44

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