Nord e Sud - anno XIX - n. 148 - aprile 1972

Vittorio Barbati Eilat -, di rappresentare un serio pericolo anche per unità di dislocamento molto superiore. Inoltre, la Marina sovietica ha conferito un uguale sviluppo alle forze destinate all'offesa contro i traffici del potenziale avversario, costruendo la più potente flotta sottomarina « convenzionale » del mondo, ed alle forze destinate all'offesa strategica, mettendo in linea numerosi sottomarini lanciamissili a propulsione nucleare, sulla falsariga degli americani « Polaris » 11 • La « via » americana e la « via » sovietica al potere marittimo sono derivate da processi storici, evolutivi e tecnici molto differenti e sono in funzione di obiettivi strategici diversi ed in parte antitetici. La via americana è quella di un paese che ha accumulato un'enorme esperienza operativa e che, d'altro canto, deve puntare ad un tipo di potere marittimo che gli consenta, oltre che di affiancare il suo arsenale strategico navale all'arsenale strategico basato a terra, di mantenere aperte le vie di comunicazione marittime necessarie a rifornire i suoi alleati. La via sovietica è quella di una potenza eminentemente continentale, per la quale la conquista del potere marittimo rappresenta il mezzo, non solo per esercitare un'azione strategica offensiva simile a quella americana, ma anche per troncare il traffico marittimo avversario in funzione di una possibile condotta offensiva terrestre. Queste due impostazioni condizionano in larga misura le impostazioni di tutte le altre Marine n1inori, comprese quelle operanti nel Mediterraneo. Prima però di esaminare questo punto, è opportuno fare qualche al tra osservazione. Oggi la Marina sovietica non ha anco~a raggiunto la parità con l'equipaggio), avvenne in condizioni particolarmente favorevoli: il caccia israeliano era solo - e ciò semplificava i problemi di tiro perché eliminava la possibilità che gli apparati di guida del missile venissero « distratti » da echi provenienti da altre fonti - ed inoltre il 1nodo con cui l'attacco fu effettuato costituì senza dubbio una sorpresa sia tecnica che tattica. Si trattò comunque di una chiara dimostrazione - che ha costretto gli occidentali a rivedere punti di vista e ad elaborare a ritmo accelerato numerosi « sistemi d'armi» sia dello stesso tipo che difensivi - delle nuove possibilità che l'armamento missilistico conferiva alle unità minori nel combattimento navale. 11 I sottomarini nucleari lanciamissili americani, appartenenti a varie classi (Washington, Ethan Allen, Lafayette), sono così denominati per il tipo di missile balistico, appunto il « Polaris », di cui sono stati dotati, oggi in via di sostituzione, su un certo numero di es~i, con il più moderno « Poseidon ». I sovietici avrebbero invece sviluppato, secondo notizie attendibili, due principali tipi di sottomarini nucleari per impiego strategico: il tipo « C », che sarebbe dotato di missili sul genere dello « Shaddock » per l'attacco sia di obiettivi terrestri che di obiettivi navali, ed il tipo « Y », corrispondente ai « Polaris » americani. 40

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