Nord e Sud - anno XIX - n. 148 - aprile 1972

Vittorio Barbati zione trova il suo collaudo effettivo solo in operazioni belliche (e v'è quindi da auspicare che esso non abbia mai luogo) - per valutare, si diceva, le possibilità di queste forze, ed anche di quelle delle Marine minori operanti nel Mediterraneo, è opportuno ricordare alcune esperienze della seconda guerra mondiale. Questa guerra ha segnato il definitivo tramonto della grande nave da battaglia armata di cannoni e l'affermazione al suo posto, nel ruolo di capital sh.ip, della nave portaerei. In particolare nel Pacifico - nel Mediterraneo e nell'Atlantico, le portaerei, con ottimi risultati, furono impiegate soltanto dagli inglesi e dagli americani 6 -, dove si scontrarono le due flotte, quella USA e quella giapponese (che avevano conferito il massimo sviluppo a tale tipo di nave), la portaerei ebbe un ruolo decisivo: le più. grandi battaglie aereo-navali, da quella di Midway a quella del golfo di Leyte, furono decise dai velivoli delle portaerei, senza che le grandi navi da battaglia potessero intervenire con i loro cannoni. Queste esperienze, insieme a quelle che hanno visto la portaerei impegnata con successo nel sostegno di numerose operazioni anfibie, hanno influito considerevolmente sugli sviluppi postbellici della Marina americana, che ancora oggi schiera una consistente forza di navi di questo tipo, alle quali sono oggi affidati, oltre ai compiti « tradizionali » del potere marittimo, anche compiti di offesa strategica, con velivoli dotati di armi nucleari. Priva di qualsiasi esperienza nella costruzione e nell'impiego delle portaerei ed anche priva di esperienze relativamente recenti in materia di grandi scontri navali - l'ultima battaglia navale corrbattuta dalla Marina russa, quella zarista, alle cui tradizioni quella sovietica ha voluto riallacciarsi durante la seconda guerra mondiale 7, fu la battaglia, risoltasi in una disastrosa anche se gloriosa 6 Durante la seconda guerra mondiale, la Marina italiana e quella tedesca non riuscirono a mettere in linea nessuna portaerei. La Marina italiana cercò di porre rimedio, sia pure tardivamente, a questo stato di cose, impostando la trasformazione in portaerei di due transatlantici: il Roma, che assunse il nome di Aquila, e l'Augustus, che assunse il nome di Falco e poi quello di Sparviero. L'8 settembre 1943, l'Aquila era ormai completata ma doveva anq)ra iniziare le prove ed i collaudi; lo Sparviero era invece appena all'inizio della conversione. La Marina tedesca aveva iniziato nel 1937 la costruzione della Graf Zeppelin, che però, per vari motivi, non fu portata a termine; nel 1938 fu impostata una seconda unità gemella, la cui realizzazione fu abbandonata allo scoppio della guerra. Nel 1942 furono elaborati dei progetti, che rimasero sulla carta, per la conversione in portaerei di varie unità. Per tali motivi, nel Mediterraneo e nell'Atlantico, a differenza di quanto avvenne nel Pacifico, non ebbero mai ]uogo scontri fra portaerei. 7 Durante la seconda guerra mondiale, definita la « grande guerra patriottica », furono rimesse in auge le tradizioni militari russe dell'epoca zarista. In questo 38

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==