Giornale a più voci Per meglio analizzare il problema si può suddividere il tempo di percorso dell'utente in vari momenti: il tempo occorrente per raggiungere da casa la fermata, il tempo di attesa, il tempo di spostamento ~ oggi molto rilevante, consjderando che la velocità del mezzo pubblico è valutata sui 1415 Km/ora - ed ancora un eventuale ulteriore tempo di spostamento a piedi. Per ridurre il primo e l'ultimo periodo, occorre razionalizzare l'ubicazione delle diverse fermate. Per diminuire le attese occorre eliminare le irregolarità del servizio, aumentando contemporanean1ente il comfort (con pensiline e altro). Per ridurre i tempi di percorrenza bisognerebbe potenziare le corsie preferenziali, realizzare sedi separate per i mezzi pubblici e creare nuovi itinerari sulle direttrici più frequentate; bisognerebbe inoltre potenziare e ammodernare il parco rotabile, affiancando ai pullmann di tipo convenzionale minibus di dimensioni inferiori a quelle dei micropullmann usati oggi. D'altro canto bisognerebbe aumentare nel tempo e nello spazio la cosiddetta « area verde », creare isole pedonali e costruire parcheggi alla periferia delle città, dove si dovrebbero attestare i capilinea sia dei mezzi su rotaie che di quelli su gomma, così da consentire a chi è diretto nel centro cittadino il trasbordo sul mezzo pubblico. Queste elencate sono però iniziative a breve termine, che per una completa risposta al caos del traffico dovrebbero essere accompagnate da altre iniziative a medio e a lungo termine. Tra le seconde si possono annoverare quelle atte a consentire l'aumento e la migliore utilizzazione della superficie viaria: co1ne la costruzione di sovrappassi e sottopassi in corrispondenza dei nodi e la costruzione di autostrade urbane sopraelevate di scorrimento veloce. Infine, tutti i nodi tornano al pettine dei vari piani regolatori, che dovrebbero portare alla decompressione delle città con il decentramento dei servizi. Bisogna tuttavia stare molto attenti: la diminuzione di abitanti nel centro urbano con la creazione di città-satelliti o altro, potrebbe anche non comportare la diminuzione della mobilità e quindi della domanda di trasporto interno. Anzi, con un aumento di questo nuovo tipo di pendolari, che vivono fuori città e vengono in città a lavorare nelle attività terziarie, potrebbe accadere precisamente il contrario. È quindi di vitale importanza che la discussione dei piani regolatori sia accompagnata e strettamente collegata alla discussione del piano dei trasporti. Questa è la strada per risolvere il problema; non sarà il trasporto gratuito ad avvicinarne la soluzione. SERGIO T ALIA 33
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