Nord e Sud - anno XIX - n. 148 - aprile 1972

Autori vari Ovviamente, il fatto di accantonare i timori di inflazione per eccesso di domanda, non significa che possano essere parimenti accantonati anche i timori di inflazione proveniente dalla spinta salariale, accoppiata, come di consueto avviene, al desiderio degli imprenditori di tenere immutata la quota di profitti. Il Piano 1972 affronta anche questo problema, sia pure in forma succinta. La proposta che gli estensori for1nulano su questo punto, ricalca le linee che da alquanto tempo il Ministero del Bilancio va perseguendo, linee che sono basate su una sorta di contrattazione triangolare fra impresa, sindacati e operatore pubblico. Qualora le richieste salariali dovessero tradursi in una minaccia di inflazione, le richieste di moderazione andrebbero accompagnate da contropartite concrete, sotto for1na di maggiori spese pubbliche nel settore dei servizi sociali (n. 38). La proposta in sé è rispettabile. Più discutibile è la possibilità che essa costituisca una base realistica di trattativa con i sindacati. Ancora più dubbio è che una contropartita costituita da una accelerazione della spesa pubblica possa essere considerata uno strumento di intervento di periodo breve. Sul terreno concreto, H documento indica alcuni settori nei quali urge un intervento, se si vuole sperare che la spesa pubblica per investirnenti raggiunga nel corso dell'anno il livello necessario alla ripresa. Nel settore delle opere pubbliche, si può sperare nella realizzazione di spese per 225 miliardi. Nel settore della viabilità, è urgente il chiarimento di taluni problemi relativi all'indennità di esoropriazione, problemi che rappresentano un ostacolo concreto al procedere dei lavori, specie per quanto riguarda le strade gestite dal1' ANAS. Nel settore degli Enti locali, un intervento nel settore del finanziamento è indispensabile ad assicurare la prosecuzione della spesa. Analoghi interventi si richiedono nel settore dell'edilizia scolastica. Queste le indicazioni specifiche relative ai settori che il documento considera più rilevanti ai fini della ripresa. Come si vede, ancora una volta, la programmazione urta contro l'ostacolo fondamentale, che ne costituisce al te1npo stesso la contraddizione intima, che è quello della frammentazione dei centri decisionali. I programmatori italiani si trovano nell'imbarazzante situazione di chi deve decidere al centro quello che, di fatto o. di diritto, è di competenza di una molteplicità di organi diversi. In queste condi24

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