Nord e Sud - anno XIX - n. 148 - aprile 1972

Geologia e pianificazione in Basilicata Tirreno e degradano dolcemente verso le pianure del versante jonico. Tale configurazione porta ad una idrografia diversa sui due versanti, in quanto brevi e rapidi sono i fiumi che sfociano nel Tirreno, quali il Noce ed il Lao; lunghi e più lenti quelli che versano le loro acque nello J onio, quali il Sinni, il Cavone, il Basento ed il Bradano. Separa la Basilicata dalla Campania, e precisamente dal lungo vallo di Diano, il gruppo montuoso che si eleva tra la valle del Tanagro e quella del Basento, e che culmina nei 1800 e più metri del Vulturino; separa la Basilicata dalla Calabria il più maestoso massiccio cupolare del Pollino., che supera i 2.000 m. con l'ampio dosso della Serra Dolcedorme. Dal punto di vista della idrogeologia, poco mi è dato qui di aggiungere a quanto scrissi già col collega V. CoTECCHIA nel 1952 e che servì poi di base a fissare i criteri di orientamento per le ricerche d'acqua, cosi tenacemente perseguite in questi ultimi due decenni. Riporto pertanto dal citato nostro lavoro, la carta idrogeologica della regione (fig. 2) che, basata come è sulla natura litologica dei terreni, non può, almeno in piccola scala, subire mutamenti 5 . Le varie formazioni litoidi, affioranti in Basilicata, sono state ascritte ai seguenti tipi idrologici. a) rocce prevalentemente in1permeabili. A questa categoria sono stati assegnati: la massima parte delle formazioni flyscioidi e le argille plioceniche. Dalle zone dove affiorano i terreni dei flysch per vaste estensioni sono state escluse quelle in corrispondenza delle quali queste formazioni si presentano in facies prevalentemente arenacea. Sono queste talune aree appartenenti all'alto bacino del Cavone o al medio bacino del Basento. Queste formazioni impermeabili unitamente a quelle semipermeabili di cui diremo, occupano un'area totale di oltre 6.000 Kmq; cioè a dire poco più del 60% della intera regione. Quando si consideri che la massima parte di queste aree non presenta alcuna possibilità pratica di alimentazione di acque sotterranee, econon1icamente raggiungibili, si potrà agevolmente comprendere perché la Basilicata è tra le più povere regioni d'Italia. b) rocce semipernieahili. Sono in questa categoria le formazioni vulcaniche, prevalentemente tufacee, ma subordinatamente anche laviche, del Vulture. Trattasi di rocce che sono appena permeabili per filtrazione (i tufi) o appena permeabili per percolazione (le lave). Data la esigua estensione di queste formazioni, eventuali modeste manifestazioni, che potrebbero esistere al contatto tra queste ed i sottostanti terreni impers Ben diversa invece la tav. I del .citato lavoro del 1952 (schema geologico della Lucania) dalla fig. 1 del presente scritto. 123

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