Nord e Sud - anno XIX - n. 148 - aprile 1972

Geologia e pianificazione in Basilicata La litologia dei depositi plio-quaternari, anche se trattasi normalmente di materiali terrigeni sciolti o poco cementati, è comunque molto varia a seconda che si abbia a che fare con depositi marini, continentali o costieri. Argille, sabbie argillose e conglomerati nel primo caso (depositi marini); prodotti piroclastici, materassi alluvionali, limi fluviomarini, più sabbie dunali e di spiaggia, per i depositi prossimi alle coste. Infine, attraverso le fratture tardive, interessanti la massima parte dei complessi sovra descritti, e probabilmente all'incrocio di due di esse, si aprì la strada il magma, che alimentò nel Quaternario antico il vulcano del Vulture, che sorge - come disse De Lorenzo - « solitario tra l'Ofanto e la fiumara di Atella ». I prodotti di questo vulcano, siano essi lave più o meno coerenti, sono indicati con crocette nella fig. 1. Risorse estrattive della Basilicata. Senza riandare ad una elencazione dettagliata di tutte le risorse litoidi della regione, per la quale basta fare riferimento al lavoro del '52, già citato, è giuocoforza riconoscere che la Basilicata è tra tutte le regioni italiane una delle più povere dal punto di vista minerario. Se si fa eccezione per talune rocce adoperate localmente come pietre da taglio o marmi ornamentali (quali l' « alabastro » di Latronico o quello di Balvano), di cave di interesse locale per argille da laterizi, pietrame e pietrisco o di taluni prodotti vulcanici del Vulture (lave, tufi, « pozzolane »), non meritano particolari cenni che il giacimento lignitifero del Mercure e gli adunamenti di idrocarburi. A prescindere dalle tracce di carbon fossile in sottili e non sfruttabili lembi inclusi nella formazione triassica presso Lagonegro 2 - segnalato da DE LORENZOnel 1924 e di poi petrograficamente studiato da chi scrive con la conclusione che trattasi di carbone sapropelico - e di talune altre modeste e poco significative segnalazioni di lignite nei terreni n1iocenici (per es. a Pietragalla), il giacimento di lignite xiloide del bacino pleistocenico del Mercure ha più volte, segnatamente nei periodi di emergenza, .richiamato nel passato l'attenzione dei tecnici. Io stesso me ne occupai, nel 1949, e rimando al mio precedente lavoro per talune considerazioni generali 3 • Successivamente nel 1958 fu iniziato dalla SME lo studio e poi la realizzazione di una centrale termoelettrica da 150 MWe da installare nella z9na, sfruttando la lignite co'.n 2 Gli studi ed i rilevamenti di P. SCANDONE (1967) hanno confermato che queste tracce di carbone sapropelico sono contenute rielle dolomie fratturate dell'unità da lui detta del M. Foraporta, la cui posizione tettonica, ancorché di certo collegata alle unità legonegresi (serie calcareo-silico-marnose), non è ancora ben chiarita. 3 Vedi lav. citato a n. 2, pp. 472-4. 121

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==