Nord e Sud - anno XIX - n. 148 - aprile 1972

Croce tra fascismo e antifascismo rali. Sarà questo un tema scottante del secondo dopoguerra, un tema che avrà sullo sfondo sempre la polemica con Croce. Alla tendenza dell'antifascismo liberal-democratico Benedetto Croce appare invece come la coscienza critica della libertà, interprete conseguente dei problemi che si ponevano alla sua speculazione, negatore dei suoi primi umori antidemocratici. Questa tendenza, che oggi va per la maggiore, presenta tuttavia il chiaro limite di un'interpretazione spesso oleografica del crocianesimo, di un ancoraggio sentimentale del buon filosofo salvatore della Patria 77 • Il Croce teorico dell'antifascismo, che finisce per esaurirlo in tutto l'arco della sua speculazione, corre il rischio di presentarci in tal modo un rapporto inarticolato tra fascismo e antifascismo. Le ambivalenze crociane lasciate volutamente sullo sfondo, la ricchezza dei chiaroscuri viene sfumata. Questa tendenza che, ripetiamo, è la più equivoca, non tiene conto del complesso recupero del n1ondo dei valori da parte del Croce, di un discorso che, pur nella sua contraddittorietà, è stato sempre vigile e sofferto. Il risultato dell'antifascismo incarnato da tale tendenza consisterà nell'essersi fermato a un liberalismo non sempre maturato speculativamente. La terza tendenza dell'antifascismo ha mostrato di mordere di più sul terreno dei rapporti con il crocianesimo. Con il sostenere che la religione della libertà altro non è che « il vecchio concetto teologico di lilibertà come attributo divino » 78 e che, in termini operativi, « dal concetto teologico di libertà come essenza dello Spirito universale al concetto empirico, utile in politica, di libertà come non i1npedin1ento » non c'è una connessione precisa, questa tendenza ha ritenuto di svalutare l'azione del crocianesimo sul terreno della costruzione di una sana democrazia liberale. In realtà, cosa c'è di vero alla base di siffatta valutazione? E quali sono i limiti speculativi di una concezione che, in senso lato, definiremmo radical-liberale? Per meglio sottolineare le implicazioni di tale valutazione, consideriamo le aperture crociane su un duplice piano. Da un lato, non vi è precisato. Dall'altro lato però, la dimensione speculativa che Croce finisse per fare il settatore sia degli ideali democratici che di quelli liberali, facendo propri alcuni presupposti illuministici di essi. Si tratta. di un antico abito critico del primo Croc~, quello di un'attitudine illu77 I vari discorsi del centenario della nascita di Croce riflettono in parte un'interpretazione indifferenziata ed edulcorata. 78 Cfr. NORBERTO BOBBIO, Benedetto · Croce e il liberalismo, cit., pag. 257. 113

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==