Nord e Sud - anno XIX - n. 148 - aprile 1972

Croce tra fascismo e antifascismo condo decennio del secolo in poi una tale distinzione ideologica era diventata in1possibile: la tradizione liberale e quella democratica erano ormai così intimamente legate, che difendere l'una, significava difendere anche l'altra. E con la sua accettazione de facto della democrazia, Croce era giunto ad accettare l'eredità del,l1illuminismo nella sua forma novecentesca ». Ma è proprio sulla presunta difesa crociana del liberalismo e della democrazia durante il periodo fascista, e, ancor più, nel dopoguerra, che la polemica, nel contesto incandescente dell'antifascismo delle minoranze borghesi, è diventata più serrata. Tale polemica nei confronti del crocianesimo ha acquistato gradualmente un significato di definizione operativa dell'intero arco dell'antifascismo, ed ha rivelato quindi la sua estrema importanza. Che cosa hanno detto in pratica gli intellettuali di questa terza tendenza? Hanno sostenuto che la religione della libertà del Croce era un limbo distaccato, che non diceva nulla sui temi concreti dell 1antifascismo, sulla costruzione di un nuovo Stato o sull'elaborazione di nuovi istituti storici, e preferiva l'antocompiacimento solare 72 • Sui problemi concreti si riproponeva dunque nuovamente la separazione tra teoria e pratica. Occorre precisare rapidamente il senso dei rapporti tra il Croce e queste tre tendenze dell'antifascismo, perché da un'analisi elastica di tali rapporti è possibile dedurre non solo una semplificazione globale dei legami tra antifascismo e cultura, ma si possono anche sottolineare i limiti operativi dell'antifascismo del punto di vista speculativo. La prima tendenza degli intellettuali antifascisti è quella dunque che ci presenta Croce con1e un refrattario antidemocratico, come un potentissimo catalizzatore psicologico del clima che doveva maturare dapprima il fascismo e, successivamente, tutti i moti di restaurazione passiva che avessero bisogno di un blasone di nobiltà intellettuale 73 • Quella separazione tra teoria e pratica con cui il Croce si preparò a lottare contro il fascismo e le varie forme di impegno più o meno integrale, sarebbe stato invece il volontario esilio dorato del pensatore che avrebbe giustificato indirettamente sia l'apocalisse fascista che le altre forme di restaurazione politica. Una componente fondamentale di questa tendenza antifascista è di matrice marxista. Questa componente risale sia alla metodologia gram: 72 « L'incapacità di Croce a dare una guida chiara nei mesi decisivi che seguirono la caduta del fascismo indica - ha scritto ancora STUART HUGHES - il problema centrale. della sua vita e del suo influsso». Ibidem, pag. 219. 73 Su Croce interprète del movimento culturale di restaurazione passiva cfr. EuGE~IO GARIN, Cronache di_ filosofi.a italiana, vol. II, cit., pagg. 491-499. 111

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