Nord e Sud - anno XIX - n. 148 - aprile 1972

Croce tra fascismo e antifascismo dialettica. Al contrario, lo spirito pubblico tedesco, con connesso bismarckismo, era presentato da Croce nelle sue implicazioni attivistiche, titaniche, generanti a distanza le delizie dell'irrazionalismo. Era tutta la politica egemonica, tanto cara all'attualismo, che era messa in scacco da Benedetto Croce. Riteneva così il pensatore napoletano di aver dato la miglior risposta a Gentile. Nella Storia d'Europa, « la storia etico-politica - come ha scritto ancora Chabod 66 - diviene storia etico-religiosa; il problema storico si converte in problema non solo morale ma religioso, un po' com'era successo, fatte le debite differenze di pensiero e di stile, un secolo prima, con Michelet e con Quinet, Quinet che già aveva parlato della libertà come della ' nuova religione ' ». Le motivazioni speculative della Storia d'Europa si troveranno nell'ultimo saggio crociano sulla storiografia, nella Storia come pensiero e come azione. In questo saggio la libertà, come centro della vita morale dell'uomo, è celebrata in tutte le sue manifestazioni 67 • Comunque, una realtà è ormai certa. Croce, nella polemica contro il fascismo e contro l'attualisn10 gentiliano, si è spinto molto in avanti, cadendo in una sostanziale contraddizione. Mentre agli avversari, in virtù della separazione tra teoria e pratica, negava un impegno globale, e cioè una compenetrazione tra politica e cultura, tra giudizio logico e attività pratica, Croce, nell'individuare gli ancoraggi speculativi del liberalismo, si riservava quello che negava ai propri interlocutori. Dopo un quindicennio di polemica contro g.li intellettuali fascisti, in un periodo di tempo in cui a torto o a ragione egli era diventato un faro di libertà, il mondo dei valori era stato al centro degli interessi prevalenti di Croce, e la libertà, come legge ordinatrice dello spirito, faceva ormai da tramite tra tale mondo e il sistema. Il problema fondamentale che nasceva per Croce era chiaro: se nella lotta contro il fascismo il filosofo aveva dimenticato la sua separazione tra teoria e pratica, tanto da dar luogo ad un impegno integrale in cui la sua concezione della storia si era progressivamente affinata, nei suoi rapporti con l'antifascismo questa separazione veniva riproposta, oppure la dialettica tra la sua teoria dei distinti e il mondo dei valori acquistava un nuovo ritmo? 66 Croce storico, pagg. 509-510. 67 Nell'ultima opera crociana sulla storiografia, La storia come pensiero e come azione, Laterza, 1966, cfr. in particolare i saggi, La·« filosofi.a della storia», pagg. 122127, Il cosiddetto irrazionale nella storia, pagg. 147-154; Il giudizio morale nella storiografi.a, pagg. 189-194; Storiografi.a. religiosa, pagg. 200-202; La storiografi.a eticopolitica e i fatti economici, pagg. 203-205. 109

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