Nord e Sud - anno XIX - n. 148 - aprile 1972

Manlio Di La.lla mezzo, accettando tutte le esigenze legittime affem1ate oltre e contro di esso, e, in primo luogo, la peculiarità delle scienze positive o naturali e delle discipline matematiche, non riducibili a un'astratta filosofia della natura, e la peculiarità dell'indagine storica documentaria, non riducibile a un'astratta filosofia della storia » 55 • Questo testo crociano è esemplare del suo itinerario, pur nella sua brevità essenziale. Vi è il richiamo al quadro dell'idealismo classico, ma in polemica con « gli scolari italiani di Hegel », e, quindi, con Gentile in particolare, Croce rivendica la rottura di quel quadro. Là dove Gentile ed altri neohegeliani, secondo Croce, volevano riempire di nuovo contenuto il sistema idealistico, il filosofo, proprio per salvare la sostanza, e cioè « i possenti germi di verità che racchiudeva », finisce per accettare tutte le esigenze legittime che si sono affermate oltre e contro di esso. È il richiamo crociano alla vita, cioè alla duplice esigenza dei fermenti vitali che finiscono per reagire contro la compatta razionalità del sistema hegeliano, e alla certezza, al ternpo stesso, del sapere positivo. Vi è tutto Croce in questo frammento, acclimatato al polo della logica. Vi è il pensatore « avverso al razionalismo dei matematici e all'empirismo dei naturalisti, e anche al panlogismo e astratto monismo della volgare scuola hegeliana, contro la quale affermava la varietà delle forme spirituali e l'ufficio fondamentale della ' distinzione ' come momento dell'unità concreta; ma avverso non meno al prammatismo, all'intuizionismo, al mi·sticismo e alrirrazionalismo d'ogni sorta, premendogli di serbare, nella dialettica spirituale e nella interpretazione della realtà, il nerbo della logica, non certamente di quella empirica e formalistica, ma della speculativa e dia] etti ca » 56 • Se la polemica contro Gentile è diretta, non meno preciso è l'attacco al prammatismo e all'intuizionismo, o, meglio, a un certo tipo di prammatismo e di intuizionismo, quello degli scolari insoddisfatti e degli allievi degeneri. Il liberalis1no di Croce è quindi ragione speculativa e dialettica, aperta alle esigenze della vita, ma legata a un saldo nucleo di sapere positivo contro i fantasmi dell'irrazionalismo, dell'estetismo, delle varie forme di teosofia. Ma è evidente che la preoccupazione fondamentale di Croce, negli affreschi della Storia d'Italia e della Storia d'Europa, è quella della polemica contro l'attualismo. Quanto alle varie forme di misticismo, o di vitalismo naturalistico, Croce comprende che con facilità può fare i conti con esse, dopo aver sciolto i nodi posti dalla speculazione attua55 Storia d'Italia dal 1871 al 1915, Rigoglio di cultura e irrequietezza spirituale (1901-1914), pag. 231. 56 Ibidem, pag. 232. 104

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