Nord e Sud - anno XIX - n. 146 - febbraio 1972

Vittorio Barbati cupare » con estrema rapidità le sue posizioni i~ Europa. Gli americani, per intervenire, dovrebbero attraversare l'Atlantico. Il nocciolo del problema, perciò, concerne il grado di mobilità e l'entità delle forze che gli Stati Uniti, in caso di « ritiro » dall,Europa, potrebbero ritrasferirvi in tempo utile. E quindi anche la capacità di resistenza delle forze europee, che dovrebbero dare agli ame~ ricani il tempo di intervenire, e, in mancanza di un « deterrente » europeo sufficientemente forte, il grado di « credibilità » del sostegno nucleare americano alle forze europee. In sostanza, per conservare un equilibrio paragonabile a quello attuale, gli Stati Uniti dovrebbero conferire alle loro forze un grado di mobilità tale da metterle in condizioni di intervenire in Europa, partendo dal territorio nordamericano, in quantità adeguata ed in tempo utile, ossia nello stesso ten1po che i sovietici impiegherebbero per giungere nuovamente ai confini dell'Europa occidentale partendo dal loro territorio. Senza contare, poi, che i sovietici potrebbero anche, prima di aver raggiunto quei confini, intraprendere, contro l'Europa occidentale, massicce operazioni aeree, missilistiche e con truppe aerotrasportate. Ora, il problen1a dell'inter·vento « tempestivo » degli americani in Europa, piì1 ancora che un problema tecnico, è un problema economico-finanziario, per l'entità dei costi che la sua soluzione richiede. Con il loro gigantesco quadrireattore da trasporto C-SA, gli Stati Uniti dispongono di un n1ezzo idoneo ad operazioni del genere. Ma, nonostante le loro grandi risorse, è 1nolto dubbio, dato l'enorme costo unitario di ognuno di questi giganti, che essi possano, senza sacrificare altri programmi almeno altrettanto vitali, produrre il numero di velivoli (che ascende a parecchie centinaia) necessario ad attuare su larga scala tali operazio11i. · D'altra parte, molti dubbi sorgono anche se si considera l'ipotesi alternativa, o complementare, del tra.sporto via mare, attraverso l'Atlantico, di un forte corpo di spedizione americano. In questo caso, il problema da risolvere non sarebbe tanto quello dei mezzi di trasporto - dei q11ali l'Occidente ha una larga disponibilità - quanto quello della loro protezione contro le offese di una marina, come quella sovietica, che sta costantemente potenziando la sua flotta di superficie e che già dispone, da tempo, della flotta sottomarina più potente del mondo. Senza contare poi che, in entrambe le ipotesi, non sarebbe facile assicurare un'adeguata copertura aerea alle unjtà in fase di aviosbarco o di sbarco. Con ogni probabilità, un ritiro conte.mporaneo delle forze ame68 Bibiiotecaginobianco

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