Vittorio Barbati e le pressioni interne con una serie di impegni _e di necessità internazionali cui non possono sottrarsi, se non vogliono pregiudicare la loro stessa sicurezza e se no11 vogliono distruggere, presso tutti i popoli, la « credibilità » della loro condotta. La storia dovrebbe pure servire ad insegnare qualche cosa, e gli americar1i non dovrebbero dimenticare che il loro « disimpegno » dopo la prima guerra mondiale ha certamente contribuito a creare le condizioni che ha11no portato alla seconda, e che, dopo quest'ultima, l'affrettata « smobilitazione » delle loro forze armate ha fatto correre loro grossi rischi, almeno politici, che solo un nuovo e gravoso impegno ha potuto scongiurare. D'altronde, e qui subentra il problema. militare, gli Stati Uniti non possono pensare di « sganciarsi » senza fare in modo che il vuoto lasciato dalle loro forze venga colmato da forze « alleate », o al11ìe110 potenzialmente « non nemiche ». Ora, l'esperienza politica di questi ultimi anni ha dimostrato che la pace si garantisce soltanto quando le forze convenzionali sono sostenute da forze 11ucleari. Con i programmi attualmente in corso, gli Stati Uniti hanno b1.1011e probabilità di conservare l'equilibrio con l'Unione Sovietica negli arman1enti strategici. Ma se vogliono fare in modo che le loro forze convenzionali in Europa vengano sostituite, in tutto o i11 parte, da forze convenzionali europee, devono accettare che queste abbiano il sostegno di un proprio « deterrente » nucleare « credibile » - ovviamente in rapporto a-Ila situazione strategica dell'area interessata - q11anto quello americano. Natt1ralmente, sempre se gli europei ri11sciranno a mettersi d'accordo per mettere in piedi un « deterrente » del genere, e per creare un potere politico sovranazionale dotato di sufficiente autorità. Da parte degli Stati Uniti, t1n'« accettazione» del genere appare per ora prematura. Se gli americani la considerassero solo come un « lasciar fare senza muovere un dito », il loro « sganciamento » convenzionale dovrebbe essere necessariamente lento: gli europei occidentali dovrebbero a·vere a disposizione parecchi anni per mettere in piedi, con le loro sole risorse scientifiche e tecnologiche, un « deterrente » degno di questo iìome. Potrebbero metterlo in piedi m~lto prima - consentendo così agli americani di « sganciarsi » molto più rapidamente •- solo se gli Stati Uniti fornissero loro l'assistenza tecnica e scientifica necessaria. Ma potrebbero gli Stati U11iti fornire tale assistenza? Non bisogna dimenticare che, con il trattato per la « non proliferazione » delle armi nucleari - del quale, insieme con l1Unione Sovietica, 66 Bibiiotecaginobianco
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