Argomenti lità, non modificherà i termi11i del problema della « sicurezza europea ». Soltanto se essa investirà globalmente gli armamenti strategici - e ciò, come si è detto, appare molto improbabile - questi termini risulteranno modificati. Ai fini del discorso che stiamo facendo, può avere importanza l'impiego che le superpotenze potranno fare delle risorse così « risparrniate ». Ma qui il discorso diventa più a1npio ed impone di considerare altre questioni. Cominciamo dagli Stati Uniti. Da qualche anno, in questo paese sta prer1dendo piede una tendenza « neo-isolazionistica ». A dar forza a q11esta tendenza contribuiscono - oltre a fattori psicologici e sociali sui quali, in questa sede, non ci soffermeremo - vari elementi cui non si può negare un fo11damento molto concreto. L'equilibrio di potenza con l'URSS è enormemente oneroso, e rischia di diventare insostenibile; ma può costituire, se lo sforzo per n1ante11erlo vie11e conte11uto entro certi limiti, ancl1e un fattore di propulsione - scientifico-tecnologico e produttivo - di grande rilevanza, in un sistema che, per le sue caratteristiche (imprese o gruppi di imprese operanti in vari settori, libertà di spostamento dei ricercatori e dei quadri qualificati, eccetera), si presta a fruttuosi scambi di tecnologie fra i diversi rami della produzione. Senza contare poi che i flussi finanziari, monetari e reali, che esso genera rimangono nel << circuito » statunitense. Invece l'eq11ilibrio militare convenzionale, che impone agli Stati Uniti di mantenere in aree lontane consistenti forze aeree, terrestri e navali, esige un costante esborso di dollari, che contribuisce ad accrescere il passivo della bilancia americana dei pagamenti. Se si considera110 questi fattori, appare chiaro che, con le loro più recenti iniziative, gli americani hanno dato l'avvio a,d un ampio processo di revisione e di ridimensionamento dei loro impegni. La diplomazia « tripolare » ina11gurata da Nixon tende evidentemente ad una ridistribuzione delle responsabilità mondiali e, in questo quadro, ad un alleggerimento degli oneri americani. E nessuno può escludere che, una volta messo in moto un meccanismo del genere, non si giunga, dopo la « vietnamizzazione » degli affari indocinesi, . ad un più ampio o meno importante « sganciamento » americano dagli affari europei. E qt1i entra in gioco anche la politica che gli europei do, 1rebbero condurre. Quali sono i proble1?-1iche gli Stati Uniti debbono affrontare? Sul piano politico, debbono riuscire a contemperare le esigenze 65 Bibiiotecaginobianco
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