Nord e Sud - anno XIX - n. 146 - febbraio 1972

Vittorio Barbati tegici, in altre parole tutti i « sistemi » che inve_stono direttamente l'equilibrio fra USA e URSS. Ma potrebb:e riguardare anche altri « sistemi », che potremmo definire « fiancheggiatori » e che pure fanno parte degli arsenali dell'una o dell'altra superpotenza: le portaerei d'attacco (USA) ed i missili intermedi basati a terra o su unità navali di superficie (URSS). In questo secondo caso, la materia da trattare si allarga smisuratan1e11te, perché entrano in ballo anche i missili sovietici puntati sull'Europa ( che quindi non minacciano direttamente gli Stati Uniti) ed i 1nissili che la stessa URSS schiera contro la Cina. La questione, quindi, investirebbe non solo l'eq11ilibrio fra le due superpotenze, ma anche quello fra i blocchi di cui esse hanno la leadership e, indirettamente, i problemi di tutto l'equilibrio mondiale .. Il voler riunire insieme tutte queste cose sarebbe più che sufficiente a far fallire qualsiasi prospettiva di accordo. Senza dubbio, anche un accordo limitato, rig11ardante ad esempio solo i ·costosissimi sistemi antimissili (sulla cui «affidabilità» al cento per cento, inoltre, nessuno può giurare), potrebbe costituire un primo passo importante. C'è però da notare che proprio un accordo del genere, che a prima vista potrebbe sembrare il più semplice (o il meno complicato), richiede probabilmente che le parti si scambino delle informazioni che nessuna delle due è disposta a fornire all'altra. D'altronde, sia che si voglia considerare un'ipotesi limitata, sia che si voglia prospettare una soluzione globale, bisogna tener conto del fatto che nessuno dei due potenziali contraenti può fidarsi completamente dell'altro. Nonostante i perfezionatissimi strumenti di controllo di cui entrambi dispongono - satelliti da ricognizione, capaci di rilevare e fotografare anche oggetti di piccole dimensioni, apparati di rilevazione elettronica, e via dicendo - qualcosa può sfuggire. E in 11ncampo dominato dal progresso scientifico-tecnologico e da molti fattori imponderabili, questo « qualcosa » potrebbe avere conseguenze incalcolabili. Infine, è anche comprensibile che ognuno dei due paesi, prima della conclusione di un eventuale accordo, voglia « migliorare » il proprio arsenale, riducendo i punti deboli ed accrescendone i vantaggi. Così com'è comprensibile che ognuno dei due debba tener conto, nella val11tazione dei riflessi « interni » di tale accordo, della forza dei centri di potere favorevoli o contrari ad ~sso. Un.a possibile limitazione degli armamenti strategici potrà giovare alle economie delle due superpotenze, ma, con ogni probabi64 Bibiiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==