Nord e Sud - anno XIX - n. 146 - febbraio 1972

Giornale a più voci st1 nuove, piì1 realistiche, meno fumose e meno velleitarie basi il problema complesso della strategia delle riforme e se verranno eliminati i n1olti ostacoli istituzionali, strutturali e ideologici, che oggi frena110 lo• slancio del nostro sistema economico ». Sii fa, pertanto, necessario il ripensamento, delle strutture istituzionali del nostro paese, nel cui quadro le neo-nate Regioni l1anno la possibilità di giocare L1n importante ruolo jnnovativo, sia ai fini dell'impulso alla programn1azione, sia ai fini del riassetto finanziario pubb1'ico. Sotto quest'ultimo aspetto, Arn1ani caldeggia l'adozione, da parte delle Regioni, del bilancio di cassa, mediante il quale le Regioni stesse sarebbero obbligate ad una gestio,ne meno fantasiosa della cosa pubblica. Armani ritorna pirù volte sulla necessità di adottare il bilancio di cassa al posto di quello per competenza; e non solo st1 base regionale, ma anche, e soprattutto, s1.1base nazio.nale, in modo che l'attt1azione del piano possa essere verificata con un puntuale strL1mento contabile. Si è detto della 11ecessità di ripensare gli stru1nenti operativi, come pure di ripensare iil ruolo delle forze socjaJj, e sopratttLtto dei sindacati, cl1e debbono ormai uscire dall'angusto operare settoriale, perc]1é « è solo1 nel quadro di una politica sociale dei redditi eh~ può trovare concreta realizzazione quel principio al quale oggi molti dicono di volersi ispirare: quello cioè di rendere compatibili, nell'ambito di un'unica strategia globale, gli interventi anticongiunturali con l'ind-irizzo generale delle riforme». Emerge così chiaramente che l'azione volta a modificare la struttura economica del paese e qt1ella volta a salvaguardare, effettivamente, i livelli di occupazione ed il potere di acquisto dei salari sono contestuali; occorre spostare l'impiego delle risorse dai consun1i privati a quelli pubblici, in modo da allargare la sfera d'influenza, e quindi il potere contrattuale, delle masse lavoratrici. Il rivendicazion-ismo settoriale, invece, implica, paradossalmente, l'accettazione da parte dei sindacati, della logica del consumismo capitalistico, esponendo le masse lavoratrici agli effetti destabilizzanti, sui livelli di occupazione, che un tal sistema comporta. La contraddittorietà delle scelte dei sindacati in tema di politica economica nasce dal loro misconoscere i nessi precisi· che esistono tra azio11i economicl1e e risultati sociali. La vja di uscita risiede nel rilancio degli investimenti che allarghi la capacità di acquisto delle masse popolari mediante la creazione di nuovo posti -di lavoro, ed il punto di partenza « consiste nel risanamento della nostra situazione economica e finanziaria, la quale condiziona ogni' serio programma di governo ». L'alternativa è il deteriorarsi dell'ambiente economico, è la disaffezionB dall'imprenditore verso la sua funzione, è l'estraniarsi, in senso antagonistico, del lavoratore dal suo posto di lavoro. Ma è ancl1e la dissoluzione definitiva di ogni organizzazione pubblica, laddove, oggi,_ questa l1a ormai raggiunto·, a tutti i suoi livelli, l'inefficienza eretta a proverbio. Occorre allora raz1onalizzare l'a.pparato amministrativo dello Stato e del parastato; ma occorre soprattutto uscire dalla foresta incantata delle illusioni finanziarie, spezzandc la spirale dei residui passivi e q11ella delle promesse 59 Bibiiotecaginobianco

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