Giornale a più voci una coerente politica di assetto territor~ale. Il che significa possibilità di coordinamento delle iniziative locali i,n materia di traffico portuale e potere d'iniziativa su di un esteso litorale, tale da assicurare ampie possibilità di decentramento territoriale della specializzazione funzionale di ciascun approdo. Per questi motivi ci sembra indispensabile che il riferimento territoriale dell'ambito di competenza del Consorzio portuale sia la Regione, no,n essendo concepibili configurazioni pii.1 anguste, senza che i principi di produttiività e di funzionalità degli investimenti portuali s1 riducano a vuote etichette prive di concreti contenuti. Tutto quanto si è fin qui detto ci permette d~ concludere che per !'istituendo Consorzio del porto di Napoli debba valutarsi co,n estrema attenzione il problema dei confini dell'ambito di competenza, senza di che la nuova forn1ula istituzionale non ·potrebbe realizzare alcun piano di sviluppo a lungo termine. I problemi che sono sul tappeto possono ridurs~ all'esigenza di decongestionare l'area portuale dal molo Angioino, a Vi1gliena, attraverso il trasferimento di alcune funzioni in altri approdi e il reperin1.ento di nuovi sp,azi nelle immediate vicinanze del recinto portuale. Basterebbe però considerare l'esigenza di sistemazione dei terminali per merci alla rinfusa, del porto petroli, della stazione marittima per mezzi di traghetto, dell'area per i containers, del settore delle riparazioni navali, per comprendere come esista una stretta interdipendenza tra i singoli aspetti del problema portuale e l'esigenza di una visione globale del riassetto degli spazi che non può essere costretta entro angusti confini di competenza dell'e11te preposto all'esercizio dell'organismo portuale della Regio,ne. Che senso può avere « trattare» i proiblemi dell'ampliamento e quelli della dislocazione della raffineria Mobil verso occidente, senza cl1e il Consorzio possa preventivamente esaminare le prospettive della nuova situazione che si verrebbe a creare e indirizzare la scelta ubiJcazionale secondo un proprio piano di trasferimento del terminal petroli in altro litorale, compreso nel suo am•bito di competenza? E perché non coordinare con Salerno la redistribuzione degli approdi per lo sbarco dei car~chi alla rinfusa e delle navi porta-containers? Cosa impedirebbe, infine, che lo sbarco del grano fosse concentrato fuori dell'attuale porto di Napoli, là dove già esiste una consistente attività molitoria? Interrogativi sen1.pJi:ci,di prima approssimazione, ai quali ne potreb,bero seguire aitri, emergenti da un esame ap•profondito dei termini del problema. Comunque, interrogativi pieni di significato, in quanto esprimono· il convi[l-• cimento dell'inderogabilità di una soluzione. territoriale di ampilo respiro della competenza dell'Organo di gestione ed esercizio del sistema portuale campano. Quali confini, allora? . Il Garigliano· ad occidente, il Pi1centino ad oriente: dal Casertano al Salernitano, il litorale campano offre _concrete possibilità di impostare in termini moderni l'assetto delle infrastn1tture portuali. Ogni mutilazione di quest'ambito territoriale; con la creazione di organismi di campanile, limi57 Bibiiotecaginobianco
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