Nord e Sud - anno XIX - n. 146 - febbraio 1972

Silvano Labriola destre monarchica e fascista e dei soliti liberali ottenebrati dall'ansia di recuperare qualche ministero, la battaglia per impedire l'elezione del Presidente del Senato? E qt1ale è stato il presupposto di questa opposizione, unitaria e vittoriosa? Non certo un sentimento di avversione personale, ma un ragionamento politico. Non perché fosse cattolico, ma perché si trovava 8d esprimere una realtà politica poco adatta, nelle presenti condizioni, alle esigenze di carattere istituzionale, all'equilibrio tra le forze politiche, ed allo sviluppo di questo equilibrio nel senso desiderato: che richiede esattamente l'opposto di ciò che rappresenta la candidatura dell'on. Fanfani. Ma questo implicava il riconoscimento del buon diritto di tutte !e forze democratiche e costituzionali di concorrere politicamente alla designazione del candidato, anche se democristiano. Quali cose avrebbe lacerato nel paese e nel Parlamento la scelta di un democristiano, maturata anche sul consenso dei partiti di sinistra? Ne avrebbe certo lacerato qualcuna nella DC, ma, stiamo attenti, nessuno, proprio nessuno, ha interesse a fare da sentinella per i buoni sonni dei gruppi che hanno l'egemonia del partito di maggioranza relativa. In questa Repubblica, infine, il Presidente non ha poteri di intervento politico, e quelli di cui dispone per un saggio e prudente equilibrio notarile nei conflitti tra le forze politiche, l'on. Moro li avrebbe usati in modo congeniale alla sua natura ed alla sua formazione politica, assai lontane dall'essere giacobine. E veniamo all'argomento del vantaggio neo-fascista. Qui ci divide un dissen-so squisitamente politico, che bisogna affrontare in modo risoluto, perché da esso dipende una parte non piccola dei contrasti che divido110 oggi le forze democratiche in Italia. Convengo personalmente su alcune cause della ripresa neo-fascista, imputabili ad errori politici e di gestione politica delle forze di Governo (e non solo di quelle). Però non sono cause nuove, da sole non spiegano il fe11omeno, ma soltanto il fatto che esso si estende a frange sociali che ne dovrebbero essere organicamente immuni: in definitiva sono cause di valore limitato. Il discorso è tuttavia aperto, ed è giusto che lo sia, sul tema del recupero della credibilità dei partiti, del fatto che essi .abbiano indebitamente invaso alcuni campi ed altrettanto indebitamente disertato alcuni altri. Siamo tutti egualmente impegnati a sviluppare questo discorso, in un clima di buona fede. Ma se le cause non si riducono al « malgoverno » (1Jarola troppo grossa se ricordiamo il ·passato e troppa piccola se consideriamo la nostra profonda aspirazione ad una battaglia politica fatta di idee), e 46 Bibiiotecaginobianco

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