Nord e Sud - anno XIX - n. 146 - febbraio 1972

Luigi Compagna zia. Ecco allora che, per definire democratic_amente i limiti di comportamento della leadership, si devono forse recuperare quegli aspetti giuridico-elettorali del problema, che, nelì'analizzarne la formazione, erano invece stati trascurati rispetto agli aspetti ideologico-po li tic i. Al contrario di ciò che pensava Michels, il quale aspirava ad una leadership sempre più svincolata dalla ricerca di un massimo numerico, nemico mortale di ogni libertà di programma e di pensiero, ci sembra necessario, per salvaguardare la compatibilità leadershipdemocrazia, mantenere distinti quei sistemi politici in cui i leaders sono periodicamente chiamati a rispondere del loro operato attraverso verifiche elettorali (anche se, magari, essi vengono costantemente rieletti) che lascino gli altri liberi di opporsi, dai sistemi nei quali i leaders propongono ed in1pongono la loro autorità attraverso ma11ifestazioni plebiscitarie o addirittura carismatiche. Certo, si potrebbe dire a questo punto, nei termini della piì1 spregiudicata sociologia politica contemporanea, che i « leaders non cedono mai il loro potere alle masse, ma solo ad altri leaders ». Non per questo tuttavia può ritenersi inclifferente, ai fi11idella vitalità di un sistema politico democratico, che il trapasso dei poteri avvenga attraverso elezioni nelle quali la maggioranza si sceglie liberamente i propri leaders. Non è dunque del tutto accettabile l'opinio11e di coloro che considerano gli aspetti legalistici del tutto tràscurabili rispetto alle circostanze cli fatto che influiscono st1i risultati delle elezioni, finendo magari col guardare ad un Castro o ad un Mao come a dei leaders democratici anche se i regimi da loro i11staurati non prevedono elezioni; e questo per il fatto che, se libere elezioni vi fossero, essi le vincerebbero. I.Ja verifica elettorale resta, comunque e dovunque, la più valida garanzia contro la possibilità di trasformare la leadership politica in leadership eroica e contro la degenerazione « cesaristica » delle esigenze di sviluppo di un sistema democratico. Ma, oltre alla necessità che la leadership resti politica e non diventi eroica (in cui si racchiude il problema della compatibilità « funzionale » leadership-democrazia), vi è un problema di compatibilità « ideale » non meno significativo per un ripensamento critico della teoria democratica classica, volto a rifiutare ogni tentazione a vedere deterministicamente nella leadership il prodotto della necessità storica e a considerarla altresì lo strumento attraverso il quale affermare la libertà umana contro il supposto corso 42 Bibliotecaginobianco

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