Nord e Sud - anno XIX - n. 146 - febbraio 1972

Oddo Biasini mazione scolastica e preparazione professionale; il che significa tout court un diverso rapporto tra scuola e società; - esigenza pratico-contingente derivante dal fatto che le aree scolastiche co11tigue alla secondaria superiore (media dell'obbligo e università), sono state investite, o stanno per esserlo, da radicali riforme che non possono non comportare innovazioni altrettanto profonde della scuola secondaria superiore; - esigenza sopranazionale di un raccordo, sollecitato in sede di Comunità e di UNESCO, tra le politiche scolastiche e gli interventi di riforma dei paesi associati. Prima di tentare di delineare nel merito le possibili ipotesi di riforma, sembra utile accennare ai problemi connessi col metodo mediante il quale affrontare il processo innovativo. Nel passato provvedimenti destinati ad incidere sullo stato e sulla storia delle nostre istituzioni scolasticlìe vennero adottati in condizioni storicopolitiche ed economico-socjali profondamente diverse dalle attuali: la riforma Casati (1859) e quella Ge11tile (1922) vennero adottate in una società fondamentalmente statica nelle sue strutture, sulla base di un orientamento culturale pacificame11te assunto a fondamento della riforma, con un Parlamento, per ragio11i diverse, escluso dal dibattito. Oggi la situazione è completamente diversa. La nostra società è caratterizzata, per un verso, da un fecondo· pluralismo politico e culturale che rende pressoché impossibile assumere un definito orientamento culturale a base della riforma; per altro verso, da un'estrema mobilità tecnico-scientifica, che postula l'esigenza di strutture scolastiche flessibili, capaci di autoadattarsi in maniera duttile alle mutate esigenze del domani. Va infine sottolineato che il Parlan1ento 110n intende rjnunciare ad approfondimenti sostanziali, quale che sia l'ipotesi di riforma in discussione. Deriva da queste con.siderazioni la necessità di un approccio sperimentale ai temi della riforma e l'esigenza, prioritaria, di tendere al rinnovamento delle strutture senza che questo significhi la loro cristallizzazione prima del collaudo di una permanente verifica sperimentale dei risultati. Si tratta dt1nque di mirare ad una riforma permanente che non irrigidisca la situazione, ma metta la comunità scolastica in grado di operare modifiche senza ricorrere ad ogni passo al potere esecutivo o legislativo. Questa ipotesi di riforma, come permanente autoriforma, postula l'opportunità di un particolare strumento legislativo: non più 26 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==