Tito e i nazionalisti croati sulmani di Serbia. Così) ad esempio, nella scorsa primavera era stato acclamato il prof. Sime Djoda11, che, in u11a manifestazione nella sede dell'Università di Zagabria, aveva denu11ciato le « sinistre forze dell'unitarismo » ( « unitarismo » sig11ifica, per i nazionalisti repubblicani) la politica cli prerninenza dell'interesse federale su quello delle singole repubbliche). Le manifestazioni del nazio11alis1no croato, specialmente dopo il 1970, si caratterizzano non soltanto con cerimonie rievocative (esposizione, ad_ esempio, della bandiera a scacchi rossi e bianchi di Zrinski e di G11bec) o con gesti dimostrati,,i (nel maggio del '71, un'adunata di partigiani a Podravska Slati11a era disturbata da un corteo di automobilisti ostentanti le bandiere dagli antichi simboli); si sostanzia110, in effetti, a11che sul piano politico. Nel gennaio del '70 il Comitato Centrale della LCJ della Croazia aveva ritirato a Milos Zank~o la delega di rappresenta11te dei comunisti croati nei supre1ni organismi del partito. Zanko, vice-presidente del parlamento federale, aveva detto: « Badiamo a non ridurre l'intensità de] nostro impegno politico e ideologico per timore dell'unitarismo, che è agitato come uno spa11racchio dai nazionalisti. Dovremmo valorizzare il patriottismo socialista jugoslavo, oltre che la nostra coscienza nazionale ». Gli replicava nella seduta ple11aria del CC uno dei due rappresentanti croati nell'Esecutivo della LCJ, Mika Tripa~ lo: « L'unitaris1110 non è soltanto opera dell'egemonismo serbo, ma è anzitutto opera della burocrazia federale ». Un a11no dopo, Tripalo accusava (gen11aio 1971, conferenza di Brioni) i serbi di non aver concesso più a1npi poteri d'autonomia alle due regioni di Voivodina e di Kossovo, violando le 11uove 1ìorme sancite in emendamenti costituzionali; i serbi respingevano l'« interferenza » croata negli « affari interni» della Repubblica (esempio concreto d'esasperazione del concetto di « sovranità nazionale» in uno Stato federato). Mika Tripalo è stato una delle prime vittime della « decapitazione » del supremo gruppo dirige11te di Zagabria, attuata da Tito in dicembre. Nel dicembre del 1971, le accuse (esplicite o i1nplicite) ai djrigenti croati 11ei11vestivano le responsabilità non solta11to sul piano interno, nìa anche in rapporto ai « centri » nazionalistici operanti all'estero, alme110 i11 termini di « favoreggiamento ». Deve 11otarsi che già in un docume11to del 9 aprile 1971 il CC della LCJ della Croazia aveva de11unciato una manovra intesa a « screditare » i diriger1ti d.i Zagabria, perché - si affermava - « anche con l'intervento di alcuni organismi del governo federale » erano state diffuse calunn.ie su prest1nti legami tra loro e gli emigrati ustascia. Il 15 Bibliotecaginobianco
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