I Tito e i nazionalisti croati prio in una fase di tensione nei rapporti tra Belgrado e Zagabria 2 • Nell'esame delle cause della crisi attuale sono suggestivi i richiami alla storia dei rapporti tra croati e serbi. I croati vantano le prime forme d'entità statale già nel secolo VII d.C., quando, chiamati dall'imperatore bizantino Eraclio, si insediarono in Dalmazia, avendo sconfitto gli Avari; « magiarizzati » nel secolo XI, restarono « regno associato » dell'Ungheria fino al 1791; dipesero dagli Absburgo fino al 1918. Costantemente impegnati nelle lotte contro i turchi e contro i serbi (che per tanti secoli fecero parte dell'impero ottomano), i croati svilupparono una forte coscienza nazionale, alimentata, nelle sue forme moderne, dal cosiddetto « illirismo » di Gaj (la Croazia, con la formazione delle « Province illiriche », 1809-13, fece parte del « sistema napoleonico »); mantenne la propria autonomia garantitale con la Costituzione del 1849. S'è dianzi accennato alle condizioni della Croazia nel Regno di Jugoslavia tra le due guerre mondiali; la disputa fu costante tra gli autonomisti moderati di Macek e i separatisti intransigenti di Pavelic. Eredi, e fieri, d'una cultura cosmopolitica, i croati - cattolici, in maggioranza - si distinguono anche per ciò dai serbi, ortodossi o musulmani, « chiusi » dalle leggi ottomane a qualsiasi influenza culturale estranea. Fallito il tentativo unificatore sotto la dinastia serba dei Karageorgevic, il croato Josip Broz Tito, in un ben diverso contesto socio-politico, ha tentato la « soluzione federalistica», non sempre giustamente interpretata. Ancora nel 1967 giungeva a Belgrado la protesta di 130 studiosi (80 dei quali membri della LCJ), in rappresentanza di 18 istituzioni culturali croate, contro presunte discriminazioni attuate dai serbi « in materia linguistica», ai danni dei croati. Nel messaggio natalizio del 1971, mentre divampava più aspra la polemica seguita alla « decapitazione» del gruppo dirigente croato, l'arcivescovo di Zagabria, monsignor Franjo Kuharic, affermava che « Cristo ha santificato il patriottismo ». Nelle sue manifestazioni . attuali, la crisi croata si presenta in termini non dissimili da quelli caratterizzanti i rapporti all'interno d'uno Stato multinazionale. Gli elementi distintivi sono nella presenza dominante d'un partito (la LCJ: Lega dei Comunisti Jugoslavi) e nel tipo d'indirizzo politico ·che esso persegue. Il partito è unico: l'« Alleanza Socialista» consente l'espressione soltanto parziale e settoriale degli interessi, è strumento, « cinghia di trasmis2 « Politika » (28 dicembre 1971) affermava che per causa della crisi 100 mila croati non erano rimpatriati per le festività; nell'anno precedente, 300 mila croati che lavorano all'estero erano giunti in Croazia nel mese di dicembre. 13 Bibliotecaginobianco
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