Nord e Sud - anno XIX - n. 146 - febbraio 1972

Alfonso Sterpellone ]'aprile del '57, morì dopo più di due anni - di~embre 1959 - a Madrid), in Canada, in Australia. Jelic manterrebbe la propria opposizione intransigente ai gruppi terroristici di ustascia, che si impegna110 in atti terroristici in Europa, e specialmente i11Germania e in Svezia. La tradizione della violenza come strumento politico è viva tra i croati. Già alla vigilia della prima guerra mondiale il « partito del diritto » di Starcevic si propo11eva d'agevolare l'attuazione del suo programma indipendentistico con atti d'intimidazione terroristica. Ante Pavelic, che fo11dò il movimento ustascia dopo la violenta repressione dell'autonomismo croato da parte di re Alessandro, ha sempre fatto del terrorisn10 la sua « arma di persuasione »: dal fallito tentativo di sbarco sulle coste dalmate, 11el settembre del 1932 ( qua11do la popolazione rifi11tò di sollevarsi contro i serbi), all'uccisione di re Alessandro; gli ustascia (insorti, ribelli) furono addestrati in speciali campi in Italia e in Ungheria, e, dopo la proclamazione del regno di Croazia - u11a sorta di protettorato fascista e nazista -, il 20 aprile 1941, attuarono un tragico pogrom dei serbi residenti all'interno del nuovo Stato., A quasi mezzo milione è calcolato il numero delle vittime. I gargliardetti neri, aventi al centro un teschio bianco su due tibie incrociate (simbolo degli ustascia), non sono stati abbandonati; gli emigrati si richiamano a Radic, a Macek, all'eroe contadino croato del secolo XVI Mattia Gubec; dispongono di numerosi organi d'informazione; propagandano le loro tesi non soltanto nel proprio ambiente, ma anche tra le molte ce11tinaia di migliaia di croati, che negli anni recenti sono espatriati in cerca di lavoro. Il proselitismo è praticato specialmente tra i giovani, non senza abilità: ci si avvale di un'« unione dei comunisti croati all'estero », che periodicamente rivolge appelli ai « Paesi socialisti fratelli », e in particolar modo all'URSS, per denunciare le « persecuzioni » dei serbi ai danni dei croati. Forse, in quest'ultimo ambiente opera Branko Jelic, il quale nella scorsa estate sarebbe stato ospite dei sovietici in Crimea; ustascia appartenenti ad altri gruppi affermano che in tale occasione egli avrebbe negoziato un accordo per la cessione in uso permanente all'URSS di basi navali in Dalmazia, in cambio del sostegno del Cremlino per la formazione d'uno Stato indipendente. Le notizie, in proposito, sono state diffuse da molti lavoratori croati rimpatriati nello scorso dicembre per trascorrere in famiglia le festività natalizie e di fine d'anno (duecentomila, secondo alcune fonti); e avrebbero suscitato commenti, speranze, pro12 Bibiiotecaginobianco

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