Tito e i nazionalisti croati sulla divisione del nostro Paese, se riusciran110 a indebolirne le ca .. pacità di difesa ». I rilievi del Ministro Ljubicic erano, in effetti, rivolti· a una sola delle grandi potenze: all'URSS. Era già in atto una « campa .. gna », che nell'estate si sarebbe sviluppata fino a ipotizzare accordi militari della Jugoslavia con la Ro1nania, sotto l'egida della Cina, i11fL1nzione anti-sovietica; la st1ccessiva visita di Leonid Breznev a Belgrado sarebbe valsa soltanto ad attenuare i timori di un'intenzione· sovietica di « riassorbire » definitivamente la dissidenza romena, la secessione jugoslava, la defezione albanese: anche con le armi, si paventava a Belgrado e in altre capitali. Ci si chiedeva - e ci si chiede p11r oggi - se e in qual modo il Cremlino avrebbe potuto utilizzare alcune « qt1estioni nazionali » per la condotta dei suoi te11tativi di « recupero ». Nel caso croato esisteva almeno un elemento, che induceva a ritenere possibile un diretto interessame11to dell'URSS: il vincolo stabilitosi tra Mosca e Brank:o J elic, che dirige a Berlino-ovest un « centro » di ustascia (i fascisti croati). Jelic attua la propria azione propagandistica atraverso il periodico « Hrvatska Drazva », che pubblica corrispondenze d'un croato residente a Mosca (si firma Slavko Novak). « Hrvatska Drazva » sostiene la tesi dell'istituzione d'una « Croazia sovietica », come Stato indipendente garantito dall'URSS. Non è chiaro il programma d'azione di Jelic: egli sembra accettare una forma di organizzazion.e comunista. Branko Jelic - che ha 60 anni - ha abbandonato le tesi oltranzistiche d'estrema destra degli ustascia, e ha costituito t1n gruppo autonomo, osteggiato dai fascisti « ortodossi ». È considerato il leader degli ustascia residenti nella Repubblica Federale tedesca (eglj stesso ha un passaporto rilasciatogli dal governo di Bonn); nel passato recente, s'è distinto come fiancheggiatore dell'ala oltranzista cattolica bavarese di Franz Josef Strauss ..Sembra che già durante la seconda gL1erramondiale Branko Jelic si distinguesse dagli ustascia, che avevano ass·unto il potere in Croazia; riparato all'estero al termi11e del conflitto, avrebbe fatto valere tali posizioni di « dissidente » per accreditare una propria disponibilità per le tesi della democrazia (non oltre, però, i gruppi dell'estrema destra cattolica). Recentemente, Jelic - egli stesso è di formazione cattolica - avrebbe esteso l'inflt1enza del gruppo berlinese fino ad altri gruppi di ustascia residenti in Sud America (ivi sono i seguaci più fedeli del defunto poglavnil, Ante Pavelic, che al termine della. seconda· guerra mondiale· si rifugiò in Argentina; poi, andò in Spagna: ferito gravemente in un attentato nel11 Bibliotecaginobianco
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