Nord e Sud - anno XIX - n. 146 - febbraio 1972

Saggistica tare, relat1ve ad un concetto della individualità, schivo di prest1pposti ontologizzanti perché emergenza che si verifica nell'impasto sociale; un concetto quest'ultimo che ci sembra non del tutto lontano da quello verso cui lo stesso Stella sembra orientato. Si tengano qui presenti infatti anche i paragrafi, relativi all'estetica, della seconda parte del libro, e specialmente il giusto assenso alle interpretazioni del Sansone rivolte alla rivalutazione, contro la soggettività trascendentale, della persona come realtà sociale. « [ ... ] Sansone, al contrario», scrive Stella nelle pp. 112-13, « intende sospingere il rilievo del contenuto, in nome del carattere di totalità dell'esp-ressione, di là [ ...] dagli esempi della sua crit1ca letteraria, riscattando la prospettiva etico-psicologica dalla invalidazione effettuatane da una certa parte dell'opera crociana, sia in sede teoretica sia ill1 sede critica. Lo spirito è unitario, ma sede di questa unità [ ...] torna per Sansone a farsi la persona: t1n concetto di persona che, più che alla personalità dell'opera nel senso rigoroso della tradizione idealistica, appare tmpegnato in una risposta alle istanze dell'unità e della socialità ». Un altro riscontro degli orientamenti di Stella può, poi, ri,trovarsi in quella difesa del Croce, per rimanere sempre nell'ambito delle questioni di estetica, che viene instaurata a contatto con le tendenze formalisticostrutturalistiche e semiologistiche, t1na difesa consistente nel vedere come, ed anche qui si mettono a frutto delle indicazioni assai preziose di Franco Lombardi, « il pe11:siiero di Croce dia ancora molto spazio alla Bibiiptecaginobianco possibilità di t1na risposta che con-· sente con raro equilibrio di far luogo tanto alle ragioni della parolaimmagine quanto a quelle della parola-segno ». Ci1ò,si aggiunge del resto (ed è una riflessione assai utile per chi voglia riscontrare con attenzione gli orientan1enti di Stella), « dovrebbe riconoscersi anche quando si dissenta dalla concezione del linguaggi,o come pura e poetica creati vi tà e anche se si ravvisino delle difficoltà a giustificare teoreticamente, in base al creativismo esteticolinguiJstico dell'intuizione, la possibilità e l'attuarsi del fatto del comunicare» (pp. 114-15). Il Croce scelto da Stella, è, dw1que, un Croce che si vuole sia stato capace di con tribuire alla instaurazione robusta di un umanesimo radicale. Questo s1 era reso trasparente, oltre tutto, nel vigoroso rilievo, offerto nella prima parte del libro, al discorso di Franchini sul problema del vitale, un discorso che era apparso giustamente assai attento ad ammonirci sui pericoli di un cedimento ad una forma di vitalismo esistenzialistico oppure su quello relativo alla rinascita di travestin1enti metafisi,ci o paneconomistici di tutta la realtà, infine sul pericolo che il mondo dei valori teoretici possa fataln1ente staccarsi fino a divenire un soprammondo. Una attenzione, quella di Stella, come bene può vedersi,, che è costanteme~ te rivolta alla qualità del contributo interpretativo del pensatore in quanto interprete, ma che, ancor di più; si fa registrazione e valutazione dell'orientamento generale che da qt1i germoglia. Per rimanere con l'attenzione rivolta alle pagine 127

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