SAGGISTICA Gli interpreti di Croce di Francesco de Aloysio Opera di rara sensibiilità storiografica, questo libro di Vittorio Stella (Il giudizio su Croce. Momenti per una storia delle interpretazioni, Pescara, Trimestre, 1971), ancorch~ assuma esteriormente l'aspetto, piuttosto, dil una rassegna. Gli è che la rassegna è generalmente espositiva, ed è, più che altro, un insieme di schede su singoli libri; mentre qui si tratta di ricostruire un ordito assai complesso ed artiicolato con la voce di ciascun interprete del Croce, si tratta non già di esporre le singole opere come quadri in una galleria, ma piuttosto di vedere l'ordine, l'integrarsi e l'accavallarsi dei giudizi, il loro continuo divergere e convergere, oppure di indicare la capacità di un punto di vista, di servire per la discussione critica d.i un altro, gtlardandosi nel contempo alla possibili1tà di suggerire spesso una propria personale visione del pensiero crociano. Ed è un lavoro che si esegue sempre in modo ammirevole, con garbo e con finezza, soprattutto con· una modulazione articolata, ond-e non deve sembrare esagerato il nostro giudizio, che c~ piace anticipare alla stessa esposizio,ne delle linee del libro; che, cioè, con quest'ultimo abbiamo appunto una delle opere sto122 Bit;>l_iotecaginobianco riografiche più fini relative al pensiero italiano contemporaneo. Prima, per i~ dibattito sulla filosofia italiana contemporanea, lo studioso disponeva essenzialmente di tre libri: le Cronache di filosofia italiana di Garin, Esistenzialisìno e filosofia italiana e Il prag1natismo in Italia, ambedue di Santucci. A tali lavori ora va aggiunto questo libro di Stella, un quarto cioè, ma tale, ovviamente, in ord,ine di tempo. Stella divide il suo li1bro in due parti assai amp~e. Nella prima ha l'occhio· alle interpretazioni espresse fra il 1950 e il '60 sul problema del v.itale; nella seconda prende in esame quelle venute dopo, le quali vengono raggruppate sotto var~ titoli. Nel primo caso, così, viene analizzato il contributo di autori quali Faucci, Guzzo, Battaglia, Antoni, Franchin.i, Attisani, Sartori, Paci, Garin, Segre, Lunati ecc., fino a giungere ai lavori di più giovani studiosi come Massini e Zeppi. Si tratta sempre di ricostruzioni tanto essenz~ali quanto ricche e articolate, lontane, quasi per una riservatezza dall'accento aristocratico, dai giudizi sommari, sempre intente, come sono, a cogliere gli aspetti positivi anche quando serve insiJeme p·ure l'indicazione di un. certo dissenso. Si
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