Nord e Sud - anno XIX - n. 146 - febbraio 1972

Alfonso Sterpellone La crisi, certamente, non è stata superata in u_n solo mese, pur se la repressione dello sciopero di più di trentamila studenti dell'Università di Zagabria - accompag11ato da nianifestazioni di forti gruppi nazionalistici - è apparsa clura, inesorabile. l\1ilovan Gilas ha potuto riassumere il st10 git1dizio sui n1odi e sulle conseguenze dell'intervento in Croazia, in 11n'intervista al periodico viennese « Profil » (30 gennaio 1972): « Tito ha agito bene, e nello stesso tempo male. Egli aveva il diritto di salvagL1ardare l'unità del Paese. Questo è certo. l\1a era sbagliato il modo in cui è intervenuto. Le grandi epurazioni e i divieti di stampa sono andati troppo oltre, e non erano più adeguati. Con ciò è finita nel 11ostro Paese la liberalizzazione. Non si p11ò considerare utile il risultato d'aver spinto tutta l'intellig·hentsia croata all'opposizione ». È t1n giudizio, che il grande « eretico » esprime esplicitamente, e che - nella sostanza - è accettato dai dirigenti comunisti jugoslavi. Ci si potrebbe riferire, per una conferma, a Eduard Kardelj, il quale è apparso preoccupato per le « spinte repressive », e, i11 un discorso pronunciato alla vigilia del Nato.le 1971, ha ammo11ito a non trasformare « l'attuale processo di purificazione ideologica e politica in una caccia alle streghe ». Tito ha raccolto l'invito de] suo più a11torevole collaboratore, ripetendone l'esortazione alla seco11da conferenza della LCJ (nel cui dibattito Kardelj non è i11tervenuto: e ciò può anche esser significativo). È da notarsi che nella stessa sede partitica (la conferenza di Belgrado) il Ministro jugoslavo della Difesa, generale Nicola Ljubicic, ha ribadito che le Forze Armate « sono decise a difendere il sistema sociale e la politica indipe11dentistica e di non inter,,ento » del Paese, invocando una « direzion.e efficiente e unita » della LCJ. Con tale presa di posizione il generale Lj-ttbicic riaffermava il carattere di minaccia alla. strtlttura unitaria dello Stato federativo jugoslavo, che era implicito nel modo di manifestarsi della crisi croata. Un anno fa - conviene rilevarlo -- lo stesso generale Ljubicic ( discorso del 16 gennaio 1971), per valorizzare l'esigenza dei piani di « difesa totale», elaborati dopo l'aggressione dell'agosto 1968 ai danni della Cecoslovacchia, compiuta da cinq1.1e eserciti del « patto di V~rsavia », aveva posto in risalto i pericoli della situazione jugoslava, dicendo: « L'aumentato interesse delle grandi potenze per il Mediterraneo riguarda anche la Jugoslavia, le cui capacità difensive esse tentano d'indebolire con varie forme di guerra speciale o di guerra silenziosa ». I_Jegrandi pote11ze - egli diceva - « non rinunceranno nemmeno a un'aggressio11e armata o a un accordo 10 Bibiiotecaginobianco

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