Bagnarsi a Napoli ticolarmente dell'apparato respiratorio, che in Campania è ostinatamente presente, secondo i dati statistici, come causa di morte. Abbiamo sin qui distinto fra inquinamento industriale e inquinamento urbano. Di solito·, peraltro, l'inquinamento mari110 risulta dovuto al concorso di più fattori; si tratta qui11di di 11n inquinamento di tipo « misto », e perciò di più difficile soluzione. È quanto avviene a Napoli, dove la fascia costiera che va dalla spiaggia del Granatello (Portici) a La Pietra risulta genericamente inquinata per il sommarsi di tutte le cause cui si è fatto cenno. Buona parte, anzi la maggior parte dei napoletani, è solita servirsi, per i suoi bagi1i di mare, di una vasta zona che comprende, oltre alle isole, le località balneari ad Est, sino a Sorrento, e tutto il litorale flegreo ad Ovest. La zona tradizionalmente utilizzata dalle classi meno abbienti è proprio la fascia costiera nel tratto che va da Portici a La Pietra. Tale fascia si può dividere in tre zo11e: da Portici a S. Giovanni a Teduccio; dal Molo,siglio a Capo di Posillipo; da Coroglio a La Pietra. La prima e la terza zona sono anche le aree di tradizionale insediamento industriale (ricordiamo qui solo, le centrali dell'Enel e la Mo1 bil Oil, la Cementir e l'Italsider): la seconda zona, quella che si può considerare strettamente urbana e con gli stabilimenti balneari di Mergellina, Posillipo e Marechiaro•, è quella che in percentuale maggiore ospita quei bag,nanti napoletani cui ci siamo appena riferiti. Proprio questa zona è quella di cui si è particolarme11te parlato la scorsa estate del 1971, allorquando la « scoperta » dell'inquinamento delle acque costiere ha indotto le autorità a rifiutare il permesso di apertura a buona parte degli stabilimenti balneari che in essa operano. La presenza di inquinamento nelle acque cittadine è un fatto che può meravigliare se si pensa che a Napoli nell'ambito strettame11te urbano non esisto·no stabilimenti industriali e, soprattutto, se si co11sidera che tutti gli scoli fecali della città dovrebbero essere convogliati nel pur insufficiente collettore fognario che sbocca a Cuma. Al contrario, nelle acque r1apoletane sono stati rinvenuti inequivocabili segni di inq_uinamento batteriologico e chimico. Quale è dunque la spiegazione del fenomeno? Per ora si può solo affermare, senza alèuna possibilità di smentita, che tutto il litorale napoletano è inquinato, anche quello strettamente cittadino. In quest'ultima zona. potrebbe tutt'al più trovare una certa « giustificazio·ne » l'inquinamento da nafta derivante dall'uso sempre più frequente di natanti a m.o.tore. Viceversa, nelle acq·ue costiere della città si rinvengono batteri e altre sostanze la cui presenza è strettamente 115 Bibiiotecaginobianco
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