Nord e Sud - anno XIX - n. 146 - febbraio 1972

Autori vari Diverso, invece, è il caso delle denunzie di salmonellosi. A Napoli questo gruppo di malattie ha avuto un andamento· chiaramente via via peggiore, al punto che nel corso dell'ultimo triennio documentato, il numero dei casi denunziati (341 ne] 1967, 1.539 nel 1969) si è triplicato. Tale vistoso aumento assume significato di particolare gravità se lo si confronta con l'andamento piuttosto· regolare del fenomeno nelle altre città prese in esame (e si tenga presente la maggiore popolazio,ne residente a Milano ed a Roma). Né va sottovalutato il fatto che, fra le tre più grandi città d'Italia, Napoli è l'unica bagnata dal mare ed è anche l'unica a consentire una fin troppo· facile reperibilità di particolari prodotti ittici (mitili), che sono pericolosi come fonte di contagio in quanto vengono abitualmente i11geriti crudi e coltivati in acque malsane. Anche se i presidi terapeutici disponibili in casi di salmonellosi sono oggi tali da limitare al minimo le probabilità di esito letale, risultano comunque preoccupanti i dati statistici relativi alla mortalità per malattie infettive in provincia di Napoli. Difatti in questa provincia il numero di morti per malattje infettive è decisamente il più alto fra tutte le province italiane. Né, sempre in base ai dati statistici, si riscontra un sia pur tenue sintomo di miglioramento dello stato igienico della popolazione. Si confrontino gli indici delle clue province italiane, fornite dei più importanti porti: Genova e Napoli. A Genova, su centomila abitanti, i morti per malattie infettive sono stati 33 nel 1963, 27 nel 1964, 25 nel 1965, 23 nel 1966, 20 nel 1967, 20 nel 1968. A Napoli i valori so,no1 stati: 33 nel 1963, 32 nel 1964, 29 nel 1965, 26 nel 1966, 22 nel 1967 e 36 nel 1968. Come si vede, gli indici napoletani sono sempre peggiori dei corrispondenti genovesi; e si noti che essi non trovano giustificazioni di ordine climatico (le salmonellosi si diffondono più frequentemente negli ambienti a clima estivo più caldo) in quanto Palermo, ad esempio, presenta tassi costant~mente inferiori a quelli napoletani (21 nel '63, 22 nel '64, 19 nel '65 e nel '66, 15 nel '67, 24 nel '68). La gravità della situazione napoletana è del resto confermata dal fatto che nel 1968, mentre a Napoli sono stati registrati 36 mo,rti per malattie infettive su centomila abitanti, la media italiana è risultata eguale a 20. C'è infine da porre in evidenza - nella valutazione dei complessi aspetti sanitari del problema - come la mancata balneazione dei cittadini si traduca anche in 11na mancata azione terapeutica nei co·nfronti di certe malattie, soprattutto infantili. Bastì pensare_ al linfatismo, o ancora meglio, al ritardo di ossificazione (per il quale è indicatissima l'irradiazione solare che alla balneazione si associa), causa di rachitismo, a sua volta all'origine di una complessa patologia pediatrica, par114. Bibi,otecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==