Nord e Sud - anno XIX - n. 146 - febbraio 1972

Alf anso Scirocco il premio di maggioranza, la distribuzione dei seggi. fu più equilibrata 43 • Benché fosse ben chiaro che la città non poteva risorgere senza l'aiuto dello Stato e fondate speranze fossero riposte nella legge speciale allora in discussione (sarebbe divenuta la legge 9 aprile '53 ), l'elettorato napoletano abbandonava i partiti della maggioranza governativa, da cui dipendenva la decisione sull'entità dell'intervento statale, e si affidava a forze addirittura ostili all'Italia uscita dalla Resistenza e dal referendum istituzionale. Era stanchezza per le troppe promesse non mantenute, per i ripetuti provvedimenti inadeguati che non avevano migliorato la situazione di fondo, per il lungo iter della legge speciale che ne faceva temere il fallimento? Era la speranza che uomini non legati al governo potessero meglio far rispettare a Roma le esigenze di Napoli? Quali che ne fossero· le ragioni, a distanza di quasi un secolo dalla fine del regno borbonico Napoli tornava su posizioni polemiche verso lo Stato unitario, tornava a velleità « autonomistiche », quasi estranea alla vita italiana. ALFONSO SCIROCCO 1 al PNM (Coppa); 10 al PCI (Palermo, Amendola, Cacciapuoti, Bertoli, Cosenza, Chiaromonte, Gabriele, D'Avenia, Agostini, Rossi); 1 al PSI (Iannelli); 1 agli « Indipendenti » (Labriola). ~ 3 Per il Consiglio provinciale furono attribuiti 15 seggi al PNM (Ambrosia Attanasio, Billi, D'Albora, De Falco, De Leo, D. De Martino, V. De Martino, De Santis: L. Greco, G. Lauro, Magliulo, Mastrolilli, Ottieri, Parlato); 14 alla DC (Afeltra, Barendson, Ciaramella, Cirillo, Di Giovanni, R. Fiorentino, Masullo, Occipite di Prisco, Palumbo, Piccolo, Piegari, Sardo, Waschimps); 8 al PCI (Annecchino, Ciampa, Fasulo, Ferrante, Ingangi, Pinto, Scaffidi, Valenzi); 2 al MSI (Cimmino e Minozzi); al PSI (L. Labriola e Renta); agli «Indipendenti» (Guidotti e Ingrosso); uno al PSI (Allocca) e al PLI (Altavilla). 110 Bibl~otecaginobianco

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