Napoli 1943-1953 eia (tra cui Roma e Napoli), mentre in 35 province si eleggevano i Consigli provinciali: praticamente sì votò in tutta l'Italia meridionale, nel Lazio, in Sicilia, e in Sardegna (nell'Italia settentrionale e ceritrale le elezioni amministrative erano state tenute nel '51). L'importanza politica delle elezioni fu accentuata dall'a·pplicazione della legge 24 febbraio 1951 che nei comuni superiori ai 10.000 abitanti concedeva un premio di maggioranza (i due terzi dei seggi) alla lista vincitrice, e permetteva gli apparentamenti tra le varie liste. Stabilire gli apparentamenti significava fare delle alleanze: per Napoli ed il Mezzogiorno la Democrazia Cristiana entrò in trattative col Partito Nazionale Monarchico, che aveva un grande seguito ed una efficiente organizzazione, ma i dirigenti monarchici preferirono l'accordo col Movimento Sociale Italiano, e la DC fu risospinta verso i partiti che formavano la coalizione governativa. A Napoli si giunse così alla formazione di tre grup,pi: a destra PNM, MSI e « Democrazia Sociale », una lista di uomini oscuri che ottennero pochi voti; al centro DC, PLI, PSDI, PRI (con la sorella di Gugliemo Oberdan), Uomo Ot1alunque, e « Fronte Nazionale Monarchico », una frangia staccatasi del PNM, capeggiata da Ezio Coppa e Armando Calabrese; a sinistra PCI, PSI, e « Indipendenti di Sinistra», lista capeggiata da Arturo Labriola e Gustavo Ingrosso. PNM e MSI confermarono l'alleanza anche per le elezioni provinciali, presentando un solo candidato in ogni collegio e collegandosi per l'utilizzazione dei resti 41 • . Per l'importanza della posta in gioco la cam·pagna elettorale fu vivacissin1a (a Napoli vennero a parlare i più autorevoli uomini politici, a cominciare dal presidente del Consiglio) e l'affluenza alle urne fu molto alta (nel comune di Napoli si ebbero 519.000 votanti su 622.000 iscritti). Nel Mezzogiorno le destre conseguiro110 un notevole successo, riportando la maggioranza, tra l'altro, a Salerno, Avellino, Be11evento, Bari, Foggia. La vittoria più ambita la conquistarono a Napoli, dove ottennero i 53 seggi della maggioranza con 208.214 voti; 15 seggi li ottenne la coalizione di centro con 158.320 voti; gli altri 12 seggi andarono alle sinistre con 134.764 voti 42 • Per il Consiglio provinciale, per il quale non scattava 41 Le elezioni dei Consigli provinciali furono tenute in base alla legge 8 marzo 1951. 42 Furono attribuiti 38 seggi al PNM (A. Lauro, Amato, Chiarolanza, Muscariello, Lubelli, Grimaldi, Sansanelli, Boccalatte, P. Grèco, L. Greco, Serino, Santaniello, Grilli, Buglione, Sacchi, Verde, Rispoli, M. Buonocore, Ippolito, Limongelli, Fiorentino, Mastrolilli, M. Rodinò, Diaz, Annunziata, Amodio, Calvosa, Capaldo, Rosa, D'Avanzo, Attanasio, Romano, Quaglietta, Innocenti, Fusco, Smaldone, Marulli, Guerra); 15 al MSI (Foschini, Dell'Agii, Abruzzini, Galdo, Cione, Di Nardo, Cerbone, Masucci, Mammalella, Asciane, Mazzei, Rastrelli, Marinelli, Lupo, Materazzo ); 11 alla DC (Leone, Iervolino, Ferrara, Azzone, Azzariti, Palmieri, La Rovere, M. Riccio, Acerbo, D. Rodinò, Di Lauro); 2 al PLI (De Gennaro e Chiariello); 1 al PSDI (Fermariello); . 109 Bibiiotecaginobianco
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