Napoli 1943-1953 Marulli, Sacchi, Serino), che ritenevano troppo fiacca l'azione condotta dal sindacato per la soluzio11e dei problemi di Napoli. All'inizio del '49 si condussero trattative per una Giunta trip.artita, con i democristiani, i liberali e il « Blocco ». Le trattative fallirono, e riuscì invece la 1nanovra iniziata da tempo per sfaldare il « Blocco ». Il 7 febbraio, durante la discussione di una mozione di sfid11cia presentata dai monarchici, il consigliere Ranucci annunziò il distacco dal « Blocco » suo e di sei colleghi e dichiarò che il suo grL1ppo avrebbe votato scheda bianca.: Per il momento il sindaco riuscì a superare la tempesta, ed andò avanti con la Giunta incompleta, riuscendo anche, il 6 aprile, ad ottenere l'approvazione del bilancio. Finalmente il 17 giL1gno, dopo laboriose trattative, la Giunta fu integrata col saragattiano Molisso, i monarchici del nuovo gruppo « indipendente » Marulli, Petra di ·Caccuri e De Bonis, l'ex-liberale Di Lauro, l'indipendente Suarez. Una maggioranza raccogliticcia non era la più adatta a sostenere gli interessi della città, travagliata da vecchi e nuovi problemi. Nell'aprile si temeva per la Navalmeccanica e si tenevano le ormai solite riunioni di parlamentari, i quali nel maggio ricevevano assicurazioni sùl potenziamento delle industrie napoletane dal ministro I. M. Lombardo; ma nel luglio si verificavano licenziamenti nelle industrie mecca11iche con conseguenti scioperi di protesta. Il 22 novembre il Consiglio comunale discusse a lungo sulla crisi delle industrie locali. Sospesa la seduta, il sindaco, accompagnato dai rappresentanti dei vari gruppi (Mazzei, De Bonis, Molisso, Chiarolanza, Ranucci, Lubelli, Benvenuti e Bertoli) si recò in prefettura per cercare di scongiurare lo sciopero generale, che fu attuato il 23 in segno di protesta. Autorità, industriali e rappresentanti dei lavoratori furono quindi convocati dal vice-presidente del Consiglio Porzio. Era ormai chiaro che le continue ricl1ieste di aiuti delle autorità cittadine, motivate dalla pressante necessità di lavoro per la popolazion_e, ed i ripetuti (e a volte anche notevoli) interventi del governo, 110n riuscivano a n1igliorare stabilmente l~ situazione generale; anzi la stessa varietà delle iniziative finiva col creare disordine e dispersione: il 13 marzo 1950 ci fu al Comune una riunione di parlamentari e il sindaco fu invitato a fare un elenco delle leggi già approvate per Napoli, che non avevano avuto pratica esecuzione, e dei fondì stanziati e già iscritti nei vari bilanci, che non erano stati utilizzati. Si avvertiva sempre più fortemente l'esigenza di coordinare in un piano organico le richieste e di ottenere uno strumento legislativo atto ad evitare lungaggini burocratiche e sovrapposizione di cqmpetenzé. La proposta di chiedere una legge speciale per Napoli fu presentata 107 Bibli-otecaginobianco
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